Vittorio Onorato è nato il 14 ottobre 1919 a Castel di Sangro e proprio ieri è diventato centenario. La sua è stata una vita di sacrifici segnata dalla povertà di quei tempi e soprattutto dalla guerra. Sin da piccolo aiutava la sua famiglia portando al pascolo gli animali in alta montagna, completamente solo. Tra il febbraio e il marzo del 1940 partì per Tobruk in Libia dove era insediato il fortino delle truppe italiane e da dove il 10 giugno del 1940 assistette alla proclamazione dell’entrata in guerra.
Poco dopo, le truppe nemiche arrivarono il Libia e i soldati italiani, compresi Vittorio, furono costretti a rifugiarsi verso il deserto sino a Giarabub, patendo la fame e rischiando la vita. Qui avvenne un atroce combattimento contro gli inglesi, dove quest’ultimi, ebbero la meglio. Sulla battaglia la propaganda fascista girò anche un film fra i quali figura un giovanissimo Alberto Sordi. Il 27 marzo del 1941 Vittorio fu preso prigioniero dagli inglesi e da Giarabub fu tradotto in Egitto a Porto Said, passando per il canale di Suez, in direzione Durban in Sud Africa dove nel tragitto tentò di buttarsi a mare date le condizioni estreme di salute. Il destino volle che stesso un suo paesano di Castel di Sangro, nel riconoscerlo a bordo del pontile della nave, lo aiutò a non farlo. Da lì lo misero su un treno e lo portarono a Zonderwater, un campo di concentramento italiano vicino Pretoria.
Il 30 giugno 1942 dal Sud Africa fu trasportato in nave per 40 giorni e 40 notti verso l’Inghilterra dove arrivò l’8 agosto 1942 a Liverpool e poi venne trasferito ad Oxford. In Inghilterra fu messo in una fattoria di Oxford dove, fortunatamente trovò un proprietario dal buon cuore che lo accolse con affetto e lo trattò da vero familiare. Fu proprio ad Oxford che il destino gli fece riabbracciare dopo quattro anni il fratello Giovanni, nella stessa fattoria, dove continuarono a lavorare assieme. Nel Luglio del 1946, a fine della guerra, fu rimpatriato in Italia, anche se la sua vita continuò con sacrificio, lavorando come muratore e come manutentore delle strade percorrendo le vie di montagna allora dissestate e non asfaltate, anche nei freddi periodi invernali a bordo di un motorino Malaguti. Dopo la pensione, ha ricoperto il ruolo di presidente della sezione Combattenti e reduci di Castel di Sangro per ben 26 anni. Oggi è contornato dai suoi cari, la moglie Nella di anni 93, i figli, nipoti e pronipoti. Ieri in occasione del compimento dei suoi 100 anni, è stata organizzata una grande festa, coinvolgendo il parroco del paese e il sindaco Angelo Caruso.
Savino Monterisi
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