E’ stato accusato per maltrattamenti sulla moglie, ma il giudice del Tribunale di Sulmona lo ha assolto per assenza di prove. La sentenza, arrivata oggi, riguarda un uomo di 46 anni, nato a Taranto ma residente nel Comune di Raiano. I primi fatti di violenza risalirebbero al 2014, quando l’uomo avrebbe rotto il naso della donna, al tempo sua fidanzata, con un violento pugno per segno di gelosia.
I maltrattamenti, secondo l’accusa, si sarebbero protratti nel corso degli anni. Nel 2017 sarebbe iniziato l’incubo, il 46enne che avrebbe vietato alla donna qualsivoglia contatto con il mondo esterno. Telefono cellulare controllato frequentemente, profilo Facebook cancellato e persino ostacoli nel vedere il figlio che la ragazza aveva avuto con il precedente compagno.
L’uomo avrebbe più volte insultato la moglie con frasi offensive e minacce. “Sei inutile, incapace anche di darmi un figlio”. Queste sono alcune parole che l’uomo avrebbe pronunciato. Il 46 enne sarebbe stato solito anche frequentarsi all’esterno del luogo di lavoro della moglie, in presenza del figlio di lei, per denigrarla in sua presenza. Minacce di morte, anche con frequenza giornaliera: “Se esci da questa casa ti ammazzo, ti rovino la vita”. E poi l’aggressione che sarebbe avvenuta, sempre secondo l’accusa, nel 2019, con la donna presa per un braccio, minacciata di morte, e colpita con pugni sul capo.
Da ultimo, nel settembre 2019, dopo la prima udienza in tribunale per la separazione, l’uomo avrebbe molestato la donna, seguendola con la propria auto e spaventandola con manovre improvvise. Una situazione di ansia che ha portato l’ex moglie a farsi scortare dalla madre fino al paese nel quale risiede.
Elementi che non sono sufficienti per la condanna del 46enne, per il quale il Pm aveva chiesto 3 anni e 3 mesi di reclusione.
Se avesse avuto petardi però…… Tutto sarebbe cambiato
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