Era tutta una bufala, tutto inventato. Questo, almeno, avrebbe confessato la 43enne pugliese che nel dicembre scorso si recò all’ospedale prima di Castel di Sangro e poi di Sulmona, sostenendo di essere stata violentata da quattro giovani nella struttura ricettiva nella quale lavorava. La donna, al tempo, disse di essersi risvegliata a terra, forse narcotizzata, con i pantaloni sbottonati e di essere stata abusata da due italiani e due afgani con i quali lavorava. Una volta in ospedale, però, aveva rifiutato il ricovero e, dopo aver firmato le dimissioni, aveva fatto perdere le sue tracce.
Ora i carabinieri della compagnia di Castel di Sangro e quelli del comando provinciale di Foggia la hanno rintracciata e interrogata e la donna avrebbe ammesso che quella violenza in realtà non ci sarebbe mai stata.
Ora rischia un’imputazione per simulazione di reato. Gli inquirenti, coordinati dalla procura di Sulmona, d’altronde hanno lavorato per oltre due mesi al caso, anche se sin dal principio erano stati molti i dubbi sull’attendibilità del racconto.
Pene durissime per chi simula!
Chissà cosa l’abbia spinta a fare certe affermazioni … gli ospedali sicuramente l’anno visitata.
DATELI L’ERGASTOLO
E il bello è che molte volte vengono credute a priori!
Ecco i commenti dei primi homo sapiens !
Evitate di commentare se non conoscete la storia e le
Circostanze .