Continua a tenere banco il possibile taglio degli alberi nella Pineta Zappini di Villetta Barrea. Uno scenario che sembrava scongiurato un anno fa, quando a settembre 2022 la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila ha comunicato di non aver rilasciato alcuna autorizzazione o parere in favore del diradamento della Pineta. Un passaggio necessario, quello del via libera della Soprintendenza, essendo la Pineta tutelata con vincolo paesaggistico anche frutto di specifico provvedimento di individuazione dell’area (Decreto Ministeriale del 14 ottobre 1977).
Ora, il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise sembrerebbe tornato alla carica per tagliare alcuni pini, presenti nella macchia verde del Comune Alto Sangrino, per evitare danni irrecuperabili in caso di incendi. Una decisione che ha fatto storcere il naso alle associazioni ambientaliste. Su tutte il GUFI, Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, che ha riportato il parere del professor Franco Pedrotti, luminare della botanica, relativamente ai tagli previsti nella Pineta di Villetta Barrea.
“La pineta di Villetta Barrea è un bosco residuo e relitto, di grande interesse fitogeografico, poiché rappresenta l’ultimo frammento di una pineta che in passato era molto diffusa in tutto l’Appennino centrale, come risulta dalle analisi polliniche eseguite – scrive Pedrotti -. In un Parco Nazionale si dovrebbero sempre prevedere alcune aree ove il bosco è lasciato al suo libero sviluppo, in modo da raggiungere la fase ecologica della fluttuazione. In questo caso gli alberi completano nello stesso punto il loro ciclo vitale, dal seme alla vetustà. Questa forma di gestione dovrebbe essere applicata anche alla pineta di Villetta Barrea. Si può anche pensare ad una forma di gestione più articolata della pineta, sempre che non comporti l’eliminazione di porzioni della stessa”.
“In nessun caso è ammissibile il taglio, né lo sfoltimento giustificato da prevenzione incendio – prosegue Pedrotti -. La prevenzione incendio va fatta utilizzando uomini e mezzi adeguati che non prevedano la distruzione o la manomissione del bosco, altrimenti distruggiamo ciò che invece vorremmo tutelare. Si chiede pertanto che il Parco voglia ripensare e sospendere definitivamente questa insensata decisione, ancor più che questa pineta rappresenta un alto valore ecologico, storico, culturale e botanico. Essa mostra una importante rinnovazione di pino e latifoglie, nonché una struttura forestale ormai notevole. Questa pineta è importante anche per la stabilità idrogeologica e per la biodiversità, racchiudendo specie di piante non comuni (es.: Orthilia secunda). Essa incarna anche un alto valore da un punto di vista forestale, in quanto essa rappresenta l’opera dei forestali e la pineta madre dei rimboschimenti realizzati in Italia centrale. Professore Emerito Franco Pedrotti, già Consigliere del Parco e già Presidente della commissione scientifica del Parco”.
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