Alcune sono rotte totalmente, altre hanno gli alimentatori bruciati o gli obiettivi rotti; i ponti wireless sono deteriorati e tutta un’altra serie di problemi che portano codici anche di difficile comprensione, ma il punto è uno: la videosorveglianza in Città è veramente ridotta all’osso. Basta pensare che di 59 telecamere posizionate un po’ su tutto il centro storico (dalla rotatoria della stazione su fino a Porta Napoli) e oltre solo 5 sono in funzione. Necessitano di una revisione, ad esempio, quelle in piazza del Carmine, nel cortile e nel parcheggio di Santa Chiara, sotto il ponte Capograssi, al cimitero comunale e via dicendo.
Una struttura, una rete, tale da garantire potenzialmente la sicurezza in città nonché una copertura di immagini talmente ampia da essere utile alle forze dell’ordine in qualsiasi caso. Potenzialmente. In effetti gli occhi delle telecamere, per lo più bendati, al momento non servono a granché.
L’amministrazione comunale ha così deciso una ricognizione e manutenzione per ripristinare l’intera rete, sistemare i guasti e tornare ad accenderli anche a scapito della privacy. Ma tant’è, da una parte pende l’asino. Sono stati previsti poco meno di 20mila euro per provvedere alla riparazione della rete di videosorveglianza affidata, tramite affidamento diretto, alla ditta sulmonese Ise Snc.
Il sistema, insomma, sarà ripristinato in un mese per “garantire alla cittadinanza maggiore sicurezza, con l’obiettivo di contrastare atti vandalici, in particolare in zone nel centro storico prese di mira troppo spesso da vandali e teatro di degrado” scrivono dall’amministrazione rassicurando quei cittadini che, negli ultimi tempi, hanno segnalato situazioni di degrado.
A proposito il sindaco Annamaria Casini ha chiesto al prefetto la convocazione di un tavolo tecnico su ordine e sicurezza “al fine di garantire una maggiore azione coordinata in aree specifiche come Piazza Tommasi e vicoli viciniori, intervenendo là dove si riscontrano episodi di microcriminalità, atti di vandalismo e condotte contrarie al pubblico decoro”.
Simona Pace
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