“Se l’intenzione era quella di spegnere le polemiche, forse, il Signor Recubini sbaglia metodo quando definisce il mio interessamento sulla vicenda migranti ‘una vicenda inutile e nociva… senza, peraltro, averne titolo’”. Non si risparmia la sindacalista Uil Mariagrazia Commito, colei che per un anno ha fornito il suo insegnamento ai migranti, nel rispondere al presidente dell’Ipab Dario Recubini sulla questione di Hamed, il rifugiato che questa notte ha abbandonato la Casa Santa dell’Annunziata dopo il provvedimento di sfratto.
“La storia di Hamed è purtroppo una delle tante- aggiunge Commito- e spesso di nocivi ci sono solo l’indifferenza e l’ipocrisia di chi pensa che eliminato il problema, lo stesso non esista. Purtroppo non è così. Incontreremo ancora tanti Hamed ai quali dovremo essere in grado di dare risposte.
La persona Hamed quasi mai ha potuto scegliere liberamente, neppure oggi, raccolte le poche cose che non sanno di bei ricordi, ha deciso in libertà di andare verso l’ignoto inseguendo il fantasma di un progetto di vita. La paura l’unica categoria ed io ne sono testimone”.
“Circa ‘il titolo’ ad intervenire in questa vicenda- ha concluso la sindacalista-, osservo che mi deriva dall’essere cittadina di uno Stato garante dei diritti delle persone a prescindere dalle ‘diversità’, dalla sensibilità personale ad accogliere i timori di chi si affida e banalmente dallo statuto del sindacato che rappresento”.
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