Via vecchia per Cansano: lavori “fantasma”, ambientalisti in procura

Adottare tutti i provvedimenti previsti dalla legge, compreso il sequestro del cantiere. Questa la richiesta del coordinamento cittadino della campagna Per il clima fuori dal fossile che in relazione al cantiere aperto sulla strada via vecchia per Cansano ha depositato un esposto alla procura della Repubblica del tribunale di Sulmona.

Per denunciare che nel cantiere “manca il cartello dove devono essere riportati gli estremi degli atti autorizzativi, l’oggetto dei lavori, la ditta che esegue i lavori, il committente, l’importo dei lavori, la data d’inizio e fine degli stessi”. Un cartello che dovrebbe essere visibile all’ingresso del cantiere, come stabilito dalla legge che in caso di mancatra affissione, prevede una ammenda da 10 mila euro e l’arresto fino a due anni, sempre che il fatto non costituisca più grave reato.

Una chiusura che ormai da diversi giorni preclude il passaggio sia veicolare che pedonale a causa di alcuni scavi che “servirebbero a portare la condotta dell’acqua potabile dall’ex caseificio Reginella D’Abruzzo fino a Case Pente” dove è allestito il cantiere della Snam per la costruzione della centrale. “Ma il condizionale è d’obbligo” sottolineano gli ambientalisti che alla procura della Repubblica chiedono di verificare “se la ditta che sta eseguendo i lavori è in possesso di tutte le autorizzazioni previste dalla legge”. A partire da quelle di competenza del Comune di Sulmona come la necessaria autorizzazione edilizia per eseguire i lavori e l’ordinanza di chiusura della strada, ma anche la “specifica autorizzazione o nulla osta” della Soprintendenza archeologica, messa a conoscenza dell’esposto perché “i lavori vengono effettuati lungo una strada che costeggia l’area dove da un anno e mezzo sono in corso scavi di archeologia preventiva”. E, continua il comunicato degli ambientalisti, ove fosse confermata la motivazione dei lavori, verificare se dalla SACA sia stata rilasciata l’autorizzazione al prelievo dell’acqua potabile.

La parola ora passa alla magistratura chiamata ad accertare, “con un intervento urgente” se il cantiere è stato aperto nel rispetto della normativa edilizia ed urbanistica “per evitare – conclude il coordinamento cittadino della campagna Per il clima fuori dal fossile – che le illegalità eventualmente riscontrate possano essere portate ad ulteriore compimento”.

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