“Il condono è stato concesso sulla base di un provvedimento annullato dal ministero per i Beni Culturali e Ambientali”. Insomma non è valido, non si poteva fare. Questo almeno sostengono i Comitati cittadini per l’ambiente che, ora, scrivono a sindaco e assessore per chiedere come sia stato possibile che da una baracca in via Tratturo, sia stata edificata una villa. In pieno parco urbano e in più a spese dei cittadini.
Ripercorrono le tappe della vicenda burocratica i Comitati cittadini per l’ambiente a partire da quella del 14 dicembre 1991, data in cui l’allora sindaco pro tempore rilasciava la concessione a sanatoria per la baracca di via Tratturo consistente in una “struttura portante in legno, chiusa con tavolato in legno e coperta da lastre di cemento-amianto tipo onduline” e adibita a “deposito e ricovero merci e attrezzatura per l’edilizia”. Descrizione fatta all’epoca dallo stesso proprietario come attestato dagli atti nei quali si legge altresì che “la concessione è basata sul nulla osta in sanatoria” rilasciato il 13 giugno 1991 dalla giunta della Regione Abruzzo.
Quello stesso nulla osta che, continuano i comitati, “nel frattempo era stato annullato dal ministero per i beni culturali e ambientali con proprio decreto del 22 agosto 1991” nel quale il ministero stesso precisava che “la zona interessata dagli interventi oggetto dei provvedimenti ricade in area sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi della legge n. 431/1985”. Un’area dove prevale “l’esigenza di non modificare i caratteri tradizionali rappresentati dalla visuale del corso del fiume, dal percorso adiacente e dagli altri manufatti ubicati in vicinanza che verrebbero alterati sia a causa dell’ubicazione che dell’altezza che del sistema costruttivo dell’opera”.
Insomma in via Tratturo non spuntano solo case, ma anche tanti interrogativi per rispondere ai quali sta lavorando anche la procura di Sulmona che, su quell’operazione edilizia, ha ora aperto un’inchiesta. Il caso è diventato anche politico, con l’interrogazione presentata dalla consigliera Teresa Nannarone nella scorsa seduta e a cui la giunta ha risposto con una informativa passata dagli uffici. Il sindaco ha infatti sostenuto di non essere, né di poterlo essere, coinvolto nel rilascio della concessione edilizia, perché è attività amministrativa che spetta agli uffici e una eventuale ingerenza della politica avrebbe configurato un reato. I Comitati chiedono ora che sia la politica, però, a leggersi le carte, perché, in fondo, di politica e urbanistica si parla.
e vola vola vola vola e vola lu cardille nu vasce a pizzichille ne me le può nega
Fosse solo quello…andate a vedere quante porcate sono state fatte in quei anni e anche antecedenti…costruzioni in piena zona industriale…terreni fatti passare edificabili che nn lo erano…cubature fatte anche con terreni di altri…andate andate…anzi invito la procura ad acquisire tutte le autorizzazioni fatte in quei tempi…un quarto di Sulmona se nn mezza…
A proposito di Tratturo e costruzioni speriamo che arrivi,come detto giorni addietro,il “Piccone risolutore” e che si arrivi a perseguire coloro che sono incappati in omissione di atti d’ufficio: o vogliamo negare anche questo ?
bene,le responsabilita’ sono di chi? Il Cittadino fa richiesta/domanda agli uffici competenti,ed in base alle autorizzazioni procede,ovvio i controlli sul rispetto delle concessioni/permessi rilasciati,dunque chi ha autorizzato/firmato la/e concessione/i? Nel caso di abuso/violazioni delle disposizioni, i responsabili degli uffici paghino le conseguenze,facile,e basta, o no?
Domanda, ma le ringhiere del ponte capograssi e dello stadio pallozzi sono a norma? Chiedo per un amico studiato che mi raccontava della storia della sfera da 10 centimetri