Vestizione non riconosciuta: Asl condannata a risarcire settanta ore nello spogliatoio

Che il tempo sia denaro è risaputo. Il detto secolare è stato preso alla lettera da un operatore socio sanitario, che si è visto riconoscere circa mille euro per le settanta ore e cinquantuno minuti all’interno dello spogliatoio per la vestizione. A dare ragione all’Oss, in servizio all’ospedale Annunziata di Sulmona tra il 2018 e il 2020, è stato il Tribunale della città peligna. Quegli straordinari per la vestizione e la svestizione prima e dopo il turno nel reparto di Urologia gli sono valsi 929 euro e 61 centesimi.

L’Oss, impiegato in terra ovidiana per due anni, era stato trasferito all’ospedale di Pescara. Poco prima del “trasloco” sulla costa, aveva reclamato all’Azienda sanitaria aquilana il rimborso del tempo speso a vestirsi. Soldi che la Asl1, davanti al giudice, non voleva riconoscere all’impiegato, in quanto trasferito in altra provincia, all’interno di un’altra Asl che avrebbe dovuto versare quanto dovuto.

Il tribunale di Sulmona ha respinto le eccezioni presentate dalla difesa, dando ragione al dipendente rappresentato in giudizio dall’avvocato Mauro Calore per conto della Cgil. L’Azienda sanitaria aquilana è stata così condannata al pagamento dei 929,61 euro, in favore del dipendente, e delle spese legali.

Una sentenza che farà giurisprudenza, in quanto la preparazione al turno deve essere considerata come orario di lavoro a tutti gli effetti. L’importanza del precedente venutosi a creare è stata sottolineata anche dalla Fp Cgil, che da anni denuncia situazioni di mancato rispetto delle norme legislative e contrattuali.

“La sentenza – commenta il sindacato – afferma il diritto del lavoratore a vedersi riconosciuto a titolo di lavoro straordinario, anche agli effetti economici, il tempo necessario per la vestizione e svestizione. Rappresenta un ulteriore passo verso il ripristino della legalità restituendo alle lavoratrici ed ai lavoratori i propri diritti; poiché un lavoratore a cui vengono garantiti i propri diritti equivale ad un lavoratore che viene messo nelle condizioni di poter svolgere al meglio il proprio lavoro e, per quanto concerne il personale della Asl 1, garantire il diritto alla salute di tutte le cittadine e di tutti i cittadini”.

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