Era nell’aria, come i miasmi provenienti dalla discarica Cogesa che da anni affliggono i residenti della frazione Marane, e l’ufficialità è arrivata nel pomeriggio. A seguito di una riunione svoltasi ai piedi della chiesa di San Giuseppe, il comitato “Morrone, Sulmona, Valle Peligna”, ha deciso che si costiturà parte civile nel processo che vede implicati l’ex amministratore unico di Cogesa, Vincenzo Margiotta, il responsabile tecnico della partecipata, Stefano Margani, il responsabile della piattaforma Danilo Ciotti, Davide Amadio responsabile dell’impianto Tmb e l’attuale legale rappresentante di Cogesa per violazioni amministrative.
La costituzione di parte civile nel giudizio penale sarà curata dal presidente del Comitato, Gennaro Carugno, il quale però non potrà recitare la parte dell’avvocato poiché vertice del Comitato stesso. Per sostenere le spese legali si pensa all’istituzione di un fondo cassa. Lunedì prossimo, intanto, Carugno sonderà il terreno per capire chi potrà portare avanti come legale una causa che potrebbe allargarsi.
Infatti da parte del Comitato ci sarebbe la volontà di pressare anche il Comune di Sulmona a costituirsi come parte civile. D’altronde i capi d’imputazione del processo, che si svolgerà il prossimo 5 dicembre, sono pesanti.
Le indagini, che la procura ha portato avanti tra il 2019 (anno dell’esposto da parte del Comitato) e il 2020 hanno fatto emergere diverse problematiche all’interno del sito di Noce Mattei, tanto da portate il procuratore al rinvio a giudizio di cinque persone. Non funzionerebbe il Tmb, ovvero tutto ciò che entrò nell’impianto finì in discarica. Tant’è che la somma dei 500.000 metri cubi presenti nella discarica corrisponde alla quantità di rifiuti entrati nell’impianto. C’è poi il problema dei piazzali non impermeabilizzati, con conseguente dragaggio dei liquami nel terreno, oltre alle molestie olfattive dove risultano delle percentuali di ammoniaca nell’aria respirata dai residenti delle Marane. Se a ciò si aggiungono anche i rilievi fatti sui cinque pozzi della zona che non convincono del tutto, ecco che anche il Comune di Sulmona potrebbe richiedere danni. Così come il Comitato e, di conseguenza, anche i privati cittadini danneggiati individualmente.
E i danni il Comune di Sulmona a chi li dovrebbe richiedere?
A se stesso?
Il Cogesa è una società “ gestita in house” dai Comuni soci… andrà a finire che a ripagare i “danni” saranno chiamati i cittadini… e come recita un antico adagio: Cornuti e mazziati!
Asl arta e norme che hanno trovato?
Asl arta e noe che hanno trovato?
se provate ad andare a passeggio verso le marane potete notare numerosi rifiuti a bordo strada, carta ,plastica ecc. che probabilmente sono determinati anche dal continuo via vai di mezzi che vi circolano carichi di merce destinata a discarica. chi risponde di questo danno? il piano veicolare autorizzato e numero dei mezzi giornaliero prevede questo? perchè i cittadini e l’ambiente deve subire tutto ciò? un plauso alla magistratura che spero possa in tutta serenità accertare le responsabilità di ognuno. un plauso anche alle forze dell’ordine e ai cittadini che cercano di vare chiarezza e “pulizia”.
Quindi dovrebbero condannare gli imputati scritti in ROSSO nell’articolo, ma non i precedenti amministratori Cogesa e i successivi? Chi mastica di giurisprudenza qualcosina immagina che sarà tutto archiviato, ma i nomi in rosso su quest’articolo resteranno
la scritta in rosso, come dice lei, è perché è un link di collegamento con l’articolo relativo
caro lettore, il punto è che tutti noi dobbiamo sapere chi è che sta conducendo tale azienda nel bene e nel male, se (e mi auguro per loro) verrà tutto archiviato resta il fatto che dobbiamo interrogarci se tali “lecite” scelte siano un bene per la nostra Sulmona e se quindi è il caso di rivedere questa azienda riportandola agli albori quando gestiva un piccolo quantitativo di rifiuti prodotto solo in loco. non sempre il profitto porta benessere sociale. lo capisci o no? se poi aggiungi che nonostante la puzza non produce utili allora la frittata è fatta.
Carissimo nel bene e nel male dovresti anche capire chi e come ti stanno avvelenando !!!!
Sfortunatamente non ti stanno informando in maniera corretta di quanto certi delinquenti hanno e stanno combinando !!!
Mi auguro che non siano archiviati ma giustiziati come dovuto!!!
La tua Sulmona è già stata avvelenata e la Cogesa e i suoi albori sono ormai passati.
Sveglia !!!!
la penso come te, forse non hai letto bene il mio commento, non voglio essere giustizialista ma sono d’accordo con il tuo principio. fossi io il giudice condannerei tutti. ma i tribunali spesso applicano cavilli e postille che dissolvono nel nulla molte indagini.
Basta interessi di pochi con il culo di tanti.
occorre verificare le consulenze che si sono sviluppate nell’epoca del vecchio direttore praticano, identificare la cerchia che si è creata di collaboratori e lustrascarpe e che poi si è disfatta con la sconfitta alle comunali del prezzano. non dimentichiamo che tali persone vanno sempre monitorate. hanno pompato questa società per far uscire soldi e distribuire lavori e consulenze da sfruttare e per fortuna hanno perso alle comunali di Sulmona. ma l’immondizia resta e la puzza la subiscono pochi cittadini. spero che tutte queste persone vengano condannate. la nuova amministrazione deve continuare a lottare per allontanare questi soggetti dalla cosa pubblica.
concordo in pieno ed aggiungo che va fatta luce su tutto, ogni singola operazione. questa società deve essere azzerata con nuove persone e ridimensionata. tutti questi indagati , se ancora dipendenti, dovrebbero essere sospesi in attesa del giudizio per garantire tutta la popolazione.
dovete sapere che l’ex Direttore Margiotta Vincenzo, in accordo con l’ing Reale, ha fatto acquistatare da COGESA SPA il progetto obsoleto del Refolo (mai realizzato) per la produzione di CSS al costo di euro 500.000 (cinquecentomila), brevetto che poi stato caricato in bilancio come immobilizzazione per evitare una perdita eccessiva nonostante non valga un centesimo, e ricevendo la tangente sotto forma di acquisto delle quote della società che deteneva la testata ZAC7 (che era in perdita da anni) al prezzo di euro 50.000 (cinquantamila) tale società è stata poi chiusa dal Reale dopo pochi mesi (chissà perché pagare tanto una piccola società in perdita e chiuderla dopo pochi mesi). andate a riprendere le indagini insabbiate del procuratore Belelli. il tuttofare Ciotti che manovra gli operatori al rientro avvisava se c’erano controlli ai mezzi che viaggiavano con carichi fuorilegge. ci sono centinaia di schede telefoniche intestate a COGESA usate per sviare le indagini. aggiungete in questo clima gli appalti dei mezzi di trasporto da milioni di euro a società Pugliesi. è giusto che tutti sappiano come stanno realmente le cose. il direttore tecnico o non è capace di vedere o fa finta di non vedere.
Qui siamo curiosi di vedere se qualcuno si avvarrà del confraddittorio nei su, quanto denunciato da Kovalski.
Sono proprio curioso.