I riscaldamenti non hanno mai funzionato e da oltre dieci giorni non c’è più neanche l’acqua calda. Dal soffitto e dalle pareti cola acqua, con il campo di fatto impraticabile e gli spogliatoi che sono un’offesa alla civiltà.
Muffa, termosifoni che perdono, rubinetteria attaccata con lo scotch, estintori non revisionati, porte rotte, mattonelle divelte, sifoni mancanti, come la finestra della stanza dell’arbitro.
Scene che sono un monumento all’abbandono e al degrado e che quotidianamente chi usufruisce degli spazi, da quelli del calcetto agli sbandieratori della Giostra, è costretto a subire e vivere.
La palestra Nicola Serafini, nel plesso dell’Incoronata, è solo uno degli esempi in cui sono ridotte le strutture sportive cittadine: una vergogna per lo sport e per i proprietari che poi saremmo noi. La collettività.
“Di tanto in tanto – raccontano i fruitori -, siamo costretti anche a subire il passaggio in mezzo al campo dell’ex custode, che per andare dalla sua abitazione al ristorante annesso deve passare per la palestra”.
Già l’ex custode, che in quella struttura non potrebbe proprio stare visto che la sua convenzione è scaduta da sei anni e da quasi tre il tribunale gli ha intimato di andare via oltre che di pagare 100mila euro (diventati nel frattempo 150mila) di canoni arretrati. Ma intanto lui sta là, senza pagare e senza neanche più fare quel minimo di manutenzione che prima gli toccava per contratto. Lui gode di 500 metri quadrati di ristorante e dell’alloggio popolare, senza averne diritto, senza sborsare un euro e senza neanche curare le strutture sportive come aveva fatto per venti anni.
“Crediamo sia un nostro diritto poter praticare il nostro sport in strutture sportive degne di tale nome – lamentano pubblicamente quelli della Sulmona Fustal -. Il Palazzetto dello Sport Nicola Serafini, in località Incoronata, per il quale utilizzo paghiamo regolarmente il comune di Sulmona non è purtroppo una di queste. Dalla sua riapertura il riscaldamento non è mai stato funzionante, numerose le infiltrazioni e le perdite sia sul campo di gioco che negli spogliatoi, scarichi delle docce otturati, finestre rotte o mancanti. Da dieci giorni infine non c’è più acqua calda per le docce”.
Meglio non va per le società sportive di volley e basket che si allenano al Palasport di via XXV aprile, quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello, la struttura di rappresentanza sportiva della città.
In questi giorni le società sportive sono state costrette ad interrompere gli allenamenti: troppo freddo e non è colpa di Burian. Il Comune ha imposto di non accendere i riscaldamenti perché l’impianto e la certificazione sicurezza incendi non è a norma. E chissà se le tubature e quel che resta dell’impianto hanno retto alle temperature gelide.
E poi le altre limitazioni, come quella di non presenziare in più di cento persone le partite e gli allenamenti e quelle di essere obbligati ad avere certificazioni di protezione civile. Tant’è che anche il concerto della Pfm è saltato per questo. Anche qui infiltrazioni, finestre rotte, maniglioni antipatico non funzionanti, calcinacci e abbandono.
Anche qui in attesa che il Comune faccia qualcosa, garantisca almeno uno spazio per tenersi in forma ad una città che probabilmente sottovaluta e dimentica l’importanza sociale oltre che agonistica delle attività sportive.
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