Vas necessaria per il gasdotto Larino-Chieti, chiara la posizione del ministro Costa

(foto di greenme.it)

Per ora si parla solo del gasdotto Larino-Chieti (111 km tra Abruzzo e Molise, approvato il 25 giugno con un decreto dal dirigente Dialuce), ma le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Sergio Costa potrebbero benissimo essere ampliate anche al metanodotto Rete Adriatica, quel Brindisi-Minerbio grazie al quale la battaglia No-Hub del Gas si è intensificata fino ad esprimersi nella manifestazione del 21 aprile scorso a Sulmona.

“Siamo stati interessati dal Ministero dello Sviluppo economico circa il metanodotto Snam della tratta abruzzese. Ci è stato chiesto un parere circa l’assoggettabilità a Vas, Valutazione ambientale strategica, del progetto definitivo- ha dichiarato il ministro-. Considerando la fragilità del territorio, che è fortemente sismico, e l’impatto dell’opera, dopo un’attenta analisi da parte del nostro ufficio legislativo, riteniamo che la Vas sia necessaria e non è stata effettuata. Chiederemo inoltre su questo anche un parere da parte dell’avvocatura dello Stato”. L’impatto del metanodotto preoccupa e “siamo persuasi che occorra approfondire le valutazioni ed è quello che stiamo facendo” ha concluso Costa che a pochi giorni dal suo insediamento aveva annunciato una meticolosa analisi sulle grandi opere del gas per verificare la loro reale utilità agli interessi della nazione. Questione che era stata poi messa in dubbio dal presidente della Repubblica Mattarella in visita in Azerbaigian a luglio scorso.

“Avevamo sollevato pesanti critiche sull’iter di approvazione del gasdotto Larino-Chieti e degli altri gasdotti per le violazioni palesi della Direttiva europea sulla Valutazione Ambientale Strategica-VAS- tuonano dal Coordinamento No Hub del Gas-. I governi precedenti hanno fatto finta di nulla pur di appoggiare le lobby dei petrolieri, ora finalmente un ministro dell’Ambiente ci ascolta”. Parlano di “buco nero” gli attivisti nelle procedure adottate dal Mise negli ultimi anni perchè la Vas rappresenta “una procedura fondamentale per comprendere l’utilità o meno di queste opere e dei relativi piano di sviluppo”. Importanza messa addirittura in discussione dalle “dichiarazioni di De Vincenti che alla Camera ha sostenuto che tale procedura non è necessaria in quanto sono società private come Snam e Gasdotti Italia a realizzare le opere” ricordano dal Coordinamento  che chiama ad esempio il caso della Terna Spa che dal 2008 sottopone le sue opere per lo sviluppo della rete elettrica proprio a Vas, due pesi e due misure insomma.

E poi è stata la Commissione Europea a chiarire la necessità di sottomettersi alla direttiva Vas per tutti i concessionari di servizi generali. I no hub sottolineano, inoltre, un altro particolare cioè che “il Mise approva i gasdotti facendo variare d’imperio tutti i piani esistenti, compresi i piani regolatori. Le chiama ‘varianti automatiche’. In realtà una sentenza della Corte di Giustizia europea ha chiarito da anni che una procedura simile non può essere usata per eludere la direttiva Vas.

La speranza degli attivisti, ora, risiede nel riesame del progetto e sua bocciatura.
Simona Pace

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