Sono quattro le osservazioni mosse dall’architetto Giuseppe Trinchini alle dichiarazioni dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Sulmona Sergio Berardi in merito alla delibera con cui la giunta intende governare l’urbanistica in città.
La legge n. 58/23 secondo il professionista non corrisponde a quanto asserito dall’assessore per il quale “il percorso che Sulmona vuole intraprendere anticipa solo i tempi con quanto è previsto dalla Legge regionale. Modifiche necessarie, per evitare di far diventare la città una giungla di palazzine, villette e edifici senza armonia urbanistica. Anche perché espandersi fuori dal perimetro urbano non sarà più possibile”. Parole di fronte alle quali Trinchini pone la prima delle osservazioni chiedendosi se l’assessore Berardi si riferisca “alle leggi che hanno governato l’urbanistica fino ad oggi” invece che alla LURA n. 58/23 la quale prevede “tempi alquanto larghi per realizzare ciò che le amministrazioni dovranno introdurre”: 24 mesi per la perimetrazione delle aree urbane e 60 mesi dalla pubblicazione della legge sul BURAT per la predisposizione dei PUC. “Strumenti di carattere urbanistico per i quali – spiega Trinchini – sarà necessario avviare il procedimento di cui agli artt. 7-8 della ex legge 241 con il coinvolgimento di tutte le categorie sociali del territorio”, attraverso una serie di incontri nei quali ognuno potrà presentare osservazioni sul cui diniego o approvazione è chiamata ad esprimersi la commissione urbanistica prima dell’approvazione dal consiglio comunale. Previsioni normative che rendono “la delibera di modifica di atti precedentemente approvati un’ipotesi di eccesso di potere non codificato da nessuna legge in essere”.
Alla distanza degli insediamenti ridotta da 100 a 50 metri è rivolta la seconda osservazione di Giuseppe Trinchini per il quale “il ragionamento economico e di risparmio per l’ente comunale” fatto dall’assessore Berardi non tiene conto di importanti considerazioni. A partire da quella relativa alle “urbanizzazioni riguardanti i nuovi insediamenti che, fino all’allaccio delle reti pubbliche, sono a carico di chi realizza l’opera” con un notevole risparmio economico per l’ente comunale non tenuto alla manutenzione degli allacci fognari. Inoltre la proposta riduzione della distanza degli insediamenti “comporterebbe notevoli limitazioni per il cittadino che intendesse beneficiare delle previsioni della legge n. 16/09”.
Prosegue l’architetto Trinchini con la terza osservazione per la quale si sente “chiamato in causa personalmente” dall’assessore Berardi secondo cui “la grande trasformazione urbanistica derivata dall’applicazione di una norma regionale e comunale ha prodotto risultati devastanti, in particolare le nuove abitazioni che sogno in via dei Frentani, a ridosso della strada statale 17”. Costruzioni di cui il professionista ne è “indegnamente l’autore” come scrive lui stesso chiedendosi “quali siano le motivazioni tecnico – giuridiche” alla base delle affermazioni di Berardi oltre a quella di “non aver riservato aree per le urbanizzazioni secondarie che non erano dovute”. Ricorda le norme l’architetto Trinchini all’assessore che “forse non conosce nei dettagli il PRG vigente” le cui NTA prevedono come “in caso di ristrutturazione edilizia sono consentiti incrementi di superficie da 60 mq a 80 mq a seconda della superficie preesistente” e che la dotazione dello standard, ipotizzata per 35 mila potenziali residenti è di 38 mq per abitante, “mentre oggi con una popolazione di circa 22 mila abitanti tale dotazione risulterebbe di 60.45 mq per abitante”.
Ricorda inoltre l’architetto il PPI Piano Integrato d’Intervento, lo strumento attuativo di nuova generazione con cui il Comune avrebbe dovuto procedere al recupero delle aree “destinate a servizi in esubero” circa 40 mai espropriate i cui vincoli era da tempo decaduti. Aree inutilizzate che, spiega Trinchini, vanno ad aggiungersi alle tante altre “destinate al bene pubblico ma lasciate abbandonate al loro destino”. Passando alle previsioni della RA 16/09 Trinchini ribadisce come siano possibili ampliamenti dal 20% al 35% purché si ricorra alla bioedilizia, si adottino “sistemi di autonomia energetica attraverso fonti rinnovabili di produzione energetica” e si rispetti la “necessaria protezione sismica”; il tutto in linea con la direttiva europea sull’architettura green del futuro che incentiva e promuove costruzioni ecosostenibili.
Ma è con la quarta ed ultima osservazione che Giuseppe Trinchini mette in chiaro la questione che gli sta forse più a cuore e che riguarda l’esercizio della professione di architetto. Di certo non quello che Sergio Berardi asserisce a proposito di professionisti “troppo spesso piegati agli interessi della speculazione fondiaria e intolleranti all’autonomia del governo; meri esecutori tecnici di scatole funzionali incapaci di costruire luoghi che tuttavia trasformano l’ambiente spesso anche privi di quelle attrezzature che la legge, oltre al comune sentire, considera indispensabili per la qualificazione del vivere civile”. Facendo intendere, per Trinchini, che esistano architetti “responsabili” e architetti “faccendieri” con evidente offesa per l’intera categoria che “non può accettare passivamente una tale affermazione”. Per di più ribadita in presenza di tecnici, nel corso di una riunione pubblica svoltasi con alcuni esponenti dell’amministrazione cittadina nell’aula consiliare del Comune di Sulmona. Definendo una “mancanza di rispetto per il prossimo” le affermazioni dell’assessore Sergio Berardi, l’architetto Trinchini chiede che si presentino fatti e dati inconfutabili da parte di chi “ha denigrato la categoria professionale alla quale appartiene”.
Ma gli Architetti responsabili lo sono in caso di crolli? Tipo che so… palazzetti dello sport
In caso di crollo accertata da parte di una autorità competente la responsabilità del progettista (a qualunque categoria appartenga) lo stesso ne pagherà le conseguenze stabilite dalla legge.
Per adesso non è ancora previsto il tribunale del web che condanna senza prove, e diciamo nella storia quando pare sia esistito ha dimostrato che il peggior giudice è proprio il popolo
Egregia dott. Int. Arch. avv. prof. Concetta su che base si stabilisce che un architetto è responsabile del crollo di un palazzetto? Basta il semplice fatto che lo ha progettato o serve altro?
Ma le ringhiere delle tribune dello stadio Pallozzi sono a norma? la famosissima sfera da 10 cm…
Io mi firmo e meriterei risposte non anonime
Quanto al popolo pare fosse alla base (a proposito di concetti basilari) della democrazia; tra l’altro dovrebbe acclamare e designare i governanti locali e non … sempre il Popolo
(Senatus Populusque Romanus:) ha presente?
La democrazia non prevede che il popolo si faccia tribunale…. Questo che lei evoca si chiama barbarie.
Lei scambia la fava con la fava. Ci sono poteri dello Stato che non sono elettivi perché presuppongono imparzialità e conoscenze come appunto la magistratura che la nostra costituzione (ha presente?) definsice autorità indipendente quindi al popolo la democrazia attribuisce il compito di eleggere chi delegare al governo non il potere di ergersi a tribunale. Più che fosse alla base consiglio di tornare alle basi del,diritto e della democrazia ….
Lei vuole la libertà di farsi giudice sulla base non si sa di quale competenza e io non posso avere la libertà di non firmarmi perché non soffro di manie di protagonismo?
Oh my God
Ha finito le citazioni in latino?
No…
Meglio citazioni in latino che in giudizio non crede?
Prof Concetta DiProspero (gli altri titoli di cui sopra non mi pertengono, troppo buono))
Senza acrimonia (io)
Saluti a tutti
PS
Cmq My God non è Latino…..
O deum meum
Egr. PDC: non mi pare che il vocativo sia deum.
Speriamo si modifichi questa legge in Giunta e finisca questa congrega dello scempio edilizio_urbanistico.
Forza Berardi
Chiedo alla persona che ritiene che il trasferimento di ruderi crei uno scempio urbanistico-edilizio. Mentre il permanere dei ruderi nel loro sedime rappresentano un esempio di decoro urbano. Ovviamente Lei è abituato a vivere in zone degradate, sia sotto l’aspetto edilizio che urbanistico e ritiene che il rinnovo edilizio, che la legge consente, rappresenta una violazione della civiltà. Siamo messi veramente male! Evviva il degrado!!!
Egregio sig. Giuseppe il rudere non dovrebbe permanere, ma andrebbe demolito.
Rinnovo edilizio non significa mangiare e calpestare il PRG, questo è degrado.
Abito in umile appartamento non in ville ottenute da ruderi diroccati.
Mi preme precisare che il prg del nostro Comune è datato ( 30/11/1984) per cui attualmente è saturo, non ci sono più are destinate alla nuova edificazione, tant’è che Sulmona ha avuto un notevole calo demografico, a favore dei comuni contermini (Introdacqua, Pettorano, ecc.), che in questi ultimi anni hanno avuto un sostanziale incremento demografico. Quanto detto sta a significare che la legge sul PIANO CASA rappresenta attualmente l’unico strumento che permette al cittadino residente di porter realizzare un’abitazione decorosa mediante la rigenerazione edilizia, con maggiori oneri a proprio carico. Quindi il Rinnovo edilizio tende a venire incontro a coloro che intendono rimanere nella propria città e non significa assolutamente quello che LEI sostine: ” il rinnovo edilizio non significa mangiare e calpestare il PRG”, anzi tutt’altro, significa rendere al cittadino l’opportunità di scelta: realizzare la propria abitazione nel territorio in cui vive, oppure emigraare nei paesi vicini? . La legge 16/09(PIANO CASA ABRUZZO) ha permesso al cittaino di superare l’inerzia dell’ente pubblico nella gestione del territorio, permettendogli, con un maggiore aggravio di spesa, la facoltà di scelta se restare o meno per realizzare la propria dimora. Chi scrive dovrebbe prima documentarsi e poi esprimere il proprio giudizio e non esprimerlo a sensazione!!!
Mettere in sicurezza le ringhiere del pallozzi e ponte capograssi? A quando?