In ventisei, tra tecnici e imprese, contro la delibera di Giunta del Comune di Sulmona che riguarda le modalità di intervento sugli edifici esistenti. Alcuni tra architetti, ingegneri e ditte edili dicono “no” alla rivoluzione urbanistica che pone fine alla monetizzazione dei servizi. Nessuna rivoluzione, dal canto loro, ma uno stop che porterà molti sulmonesi a spostarsi verso i Comuni limitrofi. E’ quanto riportato all’interno del comunicato divulgato nel pomeriggio. Al suo interno l’annuncio di un incontro, il prossimo 19 dicembre, alle 18:00 presso la sede ANCE di Sulmona, al quale i ventisei, tra tecnici e imprese, invitano i consiglieri comunali a partecipare. Un invito esteso al fine di “evidenziare le criticità insite nella delibera GC ed eventualmente condividere correttivi nell’interesse comune”.
“Il problema dell’esodo verso i Comuni limitrofi – spiega Mario Sinibaldi, tra i firmatari – non è un’ipotesi in quanto situazione già ampiamente vissuta prima dell’entrata in vigore delle leggi regionali in discussione. L’assenza di terreni edificabili in città (il piano regolatore è del 1984) ha portato negli anni molti cittadini di Sulmona a rivolgere la propria aspirazione di abitazione in villa verso i Comuni di Pettorano e Introdacqua, dotati a confine con Sulmona di terreni su cui è possibile realizzare edilizia residenziale”.
Una risposta all’esigenza abitativa, secondo Sinibaldi, non si troverebbe neanche nella grande disponibilità dei locali sfitti. “Non conta il numero alto di locali sfitti – spiega -, in quanto riguardano altre categorie di interventi edili (commercio, abitazioni in condominio). Superata la fase del superbonus e con un piano regolatore completamente esaurito, questo tipo di edilizia rappresenta oggi la maggiore fonte di sviluppo economico del settore edile, per cui farne tabula rasa significa dare un colpo importante, tutto nostro senza colpe esterne, all’economia sulmonese del settore (imprese, operai, vendita materiali edili, tecnici)”.
Le altre “criticità” lamentate dalle imprese riguardano le dilatazioni delle tempistiche. Nel comunica, i ventisei denunciano possibili rallentamenti per il “rilascio dei permessi di costruire, trasferendo molte competenze al Consiglio Comunale ed alle procedure che questo deve seguire, passando dagli attuali 2/3 mesi di istruttoria a presumibili 8/9 per il passaggio in Consiglio Comunale”.
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