Bocciate e rimandate al prossimo appello le università abruzzesi. Secondo la classifica stilata dal Censis, non arriva al diciotto politico nessuno dei tre atenei che la regione Abruzzo può vantare. Lo strumento dell’istituto di ricerca socio-economica è stato creato per fornire orientamenti alle scelte di tutti gli studenti pronti a intraprendere la carriera universitaria. Si tratta di un’articolata analisi del sistema universitario italiano (atenei statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensioni) basata sulla valutazione delle strutture disponibili, dei servizi erogati, del livello di internazionalizzazione, della capacità di comunicazione 2.0 e della occupabilità.
La maglia nera, abruzzese e italiana, la indossa l’università dell’Aquila, in fondo alla classifica tra gli atenei “medi”, ovvero quelli che contano tra i 10.000 e i 20.000 iscritti. A far sprofondare l’Univaq all’ultima posizione (con un punteggio pari a 79), sono le voci “servizi” e “borse”, rispettivamente 68 e 69. Male anche sotto il profilo delle strutture, con appena 78 punti. Decisamente meglio l’occupabilità, con 94 punti, così come i servizi digitali (88 punti). Nella media, invece, la voce internazionalizzazione (79 punti).
Penultimo posto tra le “grandi” università (tra i 20.000 e i 40.000 iscritti) per l’ateneo “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, che con un punteggio complessivo di 77,3 riesce a fare meglio dell’università di Catania, fanalino di coda. Se le strutture (93 punti) e i servizi digitali (81 punti) rincuorano, lo stesso non si può dire per il disastroso andamento di servizi (70 punti), occupabilità (72 punti) e internazionalizzazione (73 punti). Leggermente meglio i punteggi legati alla voce “borse” (75).
Teramo, tra i piccoli atenei fino a 10.000 studenti, conquista il terzultimo posto davanti all’università della Basilicata e a quella del Molise. L’università teramana, con una sede dislocata ad Avezzano, conquista un punteggio complessivo pari a 80. Molto bene le strutture (99 punti) e le comunicazioni (96). Il vero tallone d’Achille sono i servizi e l’occupabilità, fermi entrambi a 66 punti. La voce borse recita 78 punti, mentre l’internazionalizzazione 75.
Un milione e mezzo di abitanti, tre università (e nemmeno una buona), due facoltà di medicina, nemmeno una azienda ospedaliera (che sono sempre abbinate alle facoltà di medicina) e nemmeno un IRCCS (il Molise ne ha uno). Ottimo no?
Non credo Anna parola di questi giudizi. Pochi giorni fa in un servizio in TV l’università dell’aquila e stata giudicata fra le migliori al mondo. Noi italiani sappiamo solo disprezzare le cose nostre. La cultura, l’arte, l’artigianato, il tessile, l’groalinentare, e coscia sono giudicati i migliori al mondo che tutti ci invidiano e lodano. Solo noi le svalutiamo e lodiamo quelle degli altri. Viva l’ingegno, la fantasia e la laboriosità italiana