Una riproduzione esponenziale di cinghiali, una presenza divenuta per alcuni decisamente ingombrante, tanto da creare preoccupazioni e tavoli sulla questione dopo gli effettivi danni cagionati a terreni agricoli e i relativi ritardi dei risarcimenti.
Arriva ora la buona nuova “Verranno risarciti tutti gli agricoltori e allevatori nella misura del 100% per tutte le annualità pregresse. Si sta anche elaborando un nuovo Piano di contenimento degli ungulati, in specifico del cinghiale, per il prossimo triennio che verrà presto presentato a tutti i portatori di interesse per mettere in atto tutte le misure per un riequilibrio ecologico e funzionale”. A dirlo il Commissario del Parco Naturale Regionale Sirente Velino Igino Chiuchiarelli
“Da alcuni anni si è registrata in tutta l’Italia un enorme crescita della popolazione di ungulati, per lo più cinghiali, dovuta anche all’introduzione venatoria di una specie di cinghiale proveniente dall’est Europa, dotata di capacità riproduttive e di imponenza della stazza di gran lunga superiore a quella autoctona italiana – spiega il Commissario del Parco – A questo si aggiunge l’abbandono delle colture nelle aree marginali e la disponibilità di cibo e limitata presenza di competitori ed altre cause. Il generato il problema, a cui ci si accinge a dare soluzione, necessita di soluzioni diverse e complesse come complessa è la problematica”.
Chiuchiarelli sottolinea come all’interno del Parco, fino al 2014, i danni siano stati rimborsati. Nel 2015 l’Unione Europea ha considerato il risarcimento di danni da fauna selvatica non protetta come aiuti di stato e quindi soggetto al regime di de minimis, per cui, specifica “non potevano essere erogati risarcimenti che superassero i 15.000 euro in 3 anni”. Nel 2015 sono stati risarciti danni per circa il 50% del totale. Chiaramente l’impossibilità di poter essere risarciti ha creato nelle aziende situazioni di difficoltà economica e anche un conseguente avvilimento dei titolari più che giustificato vista la difficoltà nel poter fronteggiare o risolvere il problema. “Il problema del de minimis – fa sapere – troverà soluzione per il territorio del Parco tra una decina di giorni in quanto la UE sta autorizzando anche il Parco Sirente Velino al risarcimento del danno al 100%, sulla base di un parere elaborato per i Parchi nazionali in cui viene riconosciuto che il cinghiale, proprio per il fatto che è in un’area protetta, può essere assimilato ad una specie protetta e quindi il danno indennizzabile al 100%”.
Nel frattempo si sono attuati interventi di contenimento mediante cattura e nel 2018, dopo la modifica del regolamento del Parco di gestione degli ungulati, anche abbattimenti selettivi a cura della polizia provinciale nei casi di pubblica incolumità.
Il Parco Regionale Sirente Velino, rimarca il commissario, si estende per una superficie di circa 54.000 ettari comprendendo all’interno territori di 22 comuni nell’ambito Marsicano, dell’altopiano Sirente Velino (altopiano delle Rocche) e della valle Subequana. Territori, questi, differenti per tipologie morfologiche, altitudinali e socio economiche evidenziano una destinazione più prettamente agricola nella valle Subequana con un tessuto agricolo parcellizzato, le coltivazioni sono quelle tipiche delle zone interne con prevalenza di cereali minori, legumi, zafferano e colture industriali, indirizzate alla vendita diretta e di nicchia economica per la qualità indicata dei prodotti. Mentre la parte Marsicana interessata è soprattutto montuosa, solo con qualche zona agricola di limitate estensioni ma con diverse aziende zootecniche. Stesso discorso per la zona dell’altopiano delle Rocche.
Verranno risarciti dunque, per buona pace di agricoltori e allevatori, per tutte le annualità pregresse.
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