Una legge sottopelle

La legge, ovvero la modifica alla legge del 2015, è stata approvata nel novembre scorso dal consiglio regionale e l’Abruzzo è così la prima regione in Italia a distinguere professionalmente l’articolato mondo degli “scrittori del corpo”.
Operatori di tatuaggio, di piercing, di dermopigmentazione, non sono insomma più la stessa cosa, buttati cioè nel calderone delle professioni artigiane.
Una distinzione importante, perché le tre diverse professioni non sono solo arte, ma invadono a volte a pieno titolo il campo medico o meglio paramedico e, per questo, è giusto che siano disciplinate da paletti più rigidi in alcuni campi piuttosto che in altri.
In particolare per chi vorrà seguire la professione del dermopigmentista sarà d’ora in poi necessario superare un corso di formazione di 450 ore, modulate a seconda delle competenze e attestati conseguiti in passato. Il primo nella regione Abruzzo ci sarà a febbraio. Così, ad esempio, per chi è già operatore di tatuaggi per fare il dermopigmentista ne basteranno 150 di ore, perché in sostanza avrà già nel bagaglio le tecniche base di tatuaggio artistico che contano 50 ore di formazione. Ce ne sono poi altre 50 per il trucco permanente, 50 per la tricopigmentazione del cuoio capelluto e altre 50 per la dermopigmentazione paramedica.
“La differenza sostanziale – spiega Ennio Orsini, precursore di questa professione – è che il dermopigmentista lavora sottopelle anziché sopra la pelle, per questo è importante conoscere anche i rischi dei trattamenti che spesso vengono fatti per motivi paramedici”.
Un settore in piena evoluzione nel quale il sulmonese Orsini vanta una competenza riconosciuta a livello internazionale: nel suo studio di via stazione Introdacqua a Sulmona ogni settimana arrivano clienti da tutto il mondo per farsi trattare. Un’eccellenza che Il Germe è andato a trovare nella sua puntata zero del IlGermeLive (guarda video -IlGermeLive: il dermopigmentista- nella sezione “de visu”).

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