Un sulmonese sul tetto d’Europa

Per il momento preferisce non commentare “non fino a quando avrò preso le funzioni” dice a Il Germe, ma Fabrizio Balassone non scorda certo le sue origini “sulmontine” come preferisce definirle. Sarà lui, già direttore della Banca d’Italia, a salire a maggio sullo scranno burocratico più alto della Commissione europea, andando a ricoprire la posizione di capo di gabinetto del Commissario agli Affari Europei, Paolo Gentiloni.

L’insediamento, annunciato l’altro giorno, dovrebbe esserci a maggio, quando cioè (a fine aprile) andrà via Marco Buti, nominato all’Istituto universitario europeo, in un momento tra l’altro molto delicato per gli uffici, chiamati a gestire le trattative per i Pnrr nazionali e i negoziati per la riforma del Patto di stabilità.

E Fabrizio Balassone non ha la fama di essere uno di maniche larghe, anzi: a dicembre scorso fu proprio lui, in audizione alla Camera dei deputati, a “tirare le orecchie” alla prima legge Finanziaria proposta da Giorgia Meloni, evidenziando i punti di debolezza nelle misure fiscali e nelle concessioni sui pagamenti elettronici, i cosiddetti tetti sul contante. Una relazione, la sua, che aprì una vera e propria questione e che costrinse poi il governo a tornare parzialmente sui suoi passi.

E d’altronde Balassone non ebbe timore neanche di bacchettare il suo “maestro”, Mario Draghi, lamentando un atteggiamento troppo disinvolto nei confronti dei conti dello Stato.

Nessuna finanza creativa, insomma, l’economista sulmonese è uno di quelli rigidi e indiscutibilmente riconosciuto come tra i più preparati in ambito europeo.

Cinquantanove anni, figlio di parrucchiera, marito dell’ex sostituto procuratore della Repubblica di Sulmona Maria Teresa Leacche, Balassone è uno di quelli che si è costruito da solo, con l’impegno, lo studio e un grande talento.

A 24 anni si laurea con lode alla Sapienza in Economia e Commercio e subito entra nella grande famiglia di Banca d’Italia ottenendo una borsa di studio “Mortara” che lo porta alla University of York in Inghilterra dove consegue il master in Scienze Economiche. In Banca d’Italia entra ad appena 26 anni e dopo una serie di esperienze all’estero, nel 2004 entra nel Fondo monetario internazionale: per tre anni resta a Washington per poi tornare per due anni come consigliere del Ragioniere generale dello Stato. Nel 2009 torna in Banca d’Italia dove comincia a fare grossi salti di carriera: nel 2013 viene nominato vice capo della Direzione analisi economiche e strutturali e nel 2020 diventa direttore di Banca d’Italia.

Ora questa nuova prestigiosa nomina sul tetto d’Europa, con la sua Sulmona a tifare per lui.

5 Commenti su "Un sulmonese sul tetto d’Europa"

  1. SalviamoSulmona | 5 Marzo 2023 at 07:39 | Rispondi

    Un sulmonese doc.

  2. Ricordo ancora con grande piacere il suo papà barbiere lungo corso Ovidio. Mi complimento con vivo piacere

  3. Sub lege libertas | 5 Marzo 2023 at 14:52 | Rispondi

    Complimenti a persone che rendono onore ad un territorio dimenticato da tutti che contribuisce con eccellenti uomini e donne a portare in alto il nome della città di Ovidio.

  4. Complimenti
    Ma la Città gli faccia sentire che di lui ha bisogno, come dei tanti concittadini “forti” sparsi nel mondo, di oggi e di ieri.

  5. Una bella storia, di quelle che ti fa piacere sentire. Dispiace che non abbia potuto mettere al servizio della nostra collettività quanto ha da dare.

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