Un Oscar con il trucco

(Ph. Fabrizio Carbone)

E’ un Oscar con il trucco, ma senza inganno, quello che si sono aggiudicati Ennio Orsini e Toni Belfatto, perché per arrivare sul prestigioso palco di Curtiba, nella regione del Paranà in Brasile, i due professionisti delle dermopigmentazione abruzzesi (il primo di Sulmona, il secondo di Casoli) hanno dimostrato sul campo in questi anni di essere i numeri uno.
Lunedì sera (ieri in Italia) così i due abruzzesi sono stati premiati insieme alla collega russa Anna Savina con il più importante riconoscimento al mondo

(Ph. Fabrizio Carbone)

del settore, l’Oscar della Pmu. Davanti a quattrocento operatori attenti e severi, in un clima da serata di alta gala, i due abruzzesi hanno affermato il primato italiano per una disciplina che è in forte crescita in tutto il mondo e che è sempre più utilizzata non solo per fini estetici, ma anche paramedici. Tant’è che Orsini è stato premiato in particolare per il lavoro fatto sulla ricostruzione, tramite trucco permanente, delle sopracciglia nell’uomo che, per motivi legati alla malattia, perde a volte la sua identità, più difficile da recuperare con un intervento di trucco a cui culturalmente sono sensibili più le donne.

(Ph. Fabrizio Carbone)

Il sulmonese, in particolare, che nel mese di agosto ha già ricevuto un altro
riconoscimento internazionale in Cina (a Taipei in Taiwan) è stato premiato “per aver contribuito in modo considerevole alla crescita e allo sviluppo della dermopigmentazione in genere, ma soprattutto in Brasile”.
Un esempio che inorgoglisce il territorio: Orsini, partito da un piccolo progetto a Sulmona, è diventato con gli anni uno dei più importanti maestri per tecnica e innovazione, fondando una catena di frachising (Dermamente) e affermandosi in tutto il mondo come un indiscusso maestro, fino a questo importante Oscar.
In programma per il maestro Orsini ci sono nelle prossime settimane importanti congressi e Masterclass di trucco permanente e dermopigmentazione nelle città di Medellin (Colombia), Rotterdam (Olanda) e Las Vegas (Usa).
“Ho sempre dato tutto me stesso affinché la mia professione venisse individuata, rivalutata e sviluppata – dichiara Ennio Orsini -, in Brasile hanno avuto la sensibilità e l’onestà di riconoscerlo pubblicamente. Il mio è un mondo molto individualista, se uno ha qualcosa se la tiene per se stesso. Stavolta è andata differentemente. Oggi per me si chiude un cerchio molto importante”.

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