E’ un Oscar con il trucco, ma senza inganno, quello che si sono aggiudicati Ennio Orsini e Toni Belfatto, perché per arrivare sul prestigioso palco di Curtiba, nella regione del Paranà in Brasile, i due professionisti delle dermopigmentazione abruzzesi (il primo di Sulmona, il secondo di Casoli) hanno dimostrato sul campo in questi anni di essere i numeri uno.
Lunedì sera (ieri in Italia) così i due abruzzesi sono stati premiati insieme alla collega russa Anna Savina con il più importante riconoscimento al mondo
del settore, l’Oscar della Pmu. Davanti a quattrocento operatori attenti e severi, in un clima da serata di alta gala, i due abruzzesi hanno affermato il primato italiano per una disciplina che è in forte crescita in tutto il mondo e che è sempre più utilizzata non solo per fini estetici, ma anche paramedici. Tant’è che Orsini è stato premiato in particolare per il lavoro fatto sulla ricostruzione, tramite trucco permanente, delle sopracciglia nell’uomo che, per motivi legati alla malattia, perde a volte la sua identità, più difficile da recuperare con un intervento di trucco a cui culturalmente sono sensibili più le donne.
Il sulmonese, in particolare, che nel mese di agosto ha già ricevuto un altro
riconoscimento internazionale in Cina (a Taipei in Taiwan) è stato premiato “per aver contribuito in modo considerevole alla crescita e allo sviluppo della dermopigmentazione in genere, ma soprattutto in Brasile”.
Un esempio che inorgoglisce il territorio: Orsini, partito da un piccolo progetto a Sulmona, è diventato con gli anni uno dei più importanti maestri per tecnica e innovazione, fondando una catena di frachising (Dermamente) e affermandosi in tutto il mondo come un indiscusso maestro, fino a questo importante Oscar.
In programma per il maestro Orsini ci sono nelle prossime settimane importanti congressi e Masterclass di trucco permanente e dermopigmentazione nelle città di Medellin (Colombia), Rotterdam (Olanda) e Las Vegas (Usa).
“Ho sempre dato tutto me stesso affinché la mia professione venisse individuata, rivalutata e sviluppata – dichiara Ennio Orsini -, in Brasile hanno avuto la sensibilità e l’onestà di riconoscerlo pubblicamente. Il mio è un mondo molto individualista, se uno ha qualcosa se la tiene per se stesso. Stavolta è andata differentemente. Oggi per me si chiude un cerchio molto importante”.
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