Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.
Li guardo così, con lo spirito e le parole di Cesare Pavese, i miei concittadini scandire il nome della prenotazione sulla porta del Pacifico, mentre Liana da celebrante professionista dirige un traffico mai stato così gioioso.
La sala è overbooking ormai da giorni per l’evento di presentazione dell’Annuario, lo scorso mercoledì: ci sono quelli che sono tornati, chi non è mai andato via, chi viene per la prima volta. Addetti ai lavori, lettori, fans degli ospiti di turno e semplici curiosi.
Alessandro in sala costruisce la comunità: lo aveva tentato di fare anche prima che andasse via. In Puglia. Anche da consigliere comunale. Lo fa ogni volta che torna, come può, dove può: che sia la gara dei cecioripieni, un esperimento sociale o una performance teatrale.
Lorenzo ha in mente tutte le note, quelle che apparecchiano la colonna sonora della serata e quelle che dovrà suonare il giorno dopo in un concerto in un ex ristorante al nucleo industriale. Anche lui artista errante tra Bologna e il paese.
Un paese ci vuole, ricorda ad ogni azione e riflessione Savino, militante della restanza, che sui monti dell’Appennino si trascina ormai da due anni Andrea, fotografo alla ricerca di immortalare la sua anima profonda. Bastasse uno scatto.
Valerio è giovane e preparato. Affidabile e serio. Strappato dalle cronache del calcio, oggi intervista un primario di chirurgia palleggiando materie complesse come fosse una seduta di allenamento.
Poi c’è Anna che il giornalismo l’ha sacrificato alla vocazione di insegnante: collabora raramente, ormai, ma nella casa del Germe è rimasta col cuore.
Elisa, invece, è arrivata da poco: alla ricerca di una seconda vita, di una seconda chance. Che le pratiche legali non le regalano le emozioni del palco.
E Maurizio che disegna vignette e impagina “il piombo”, memoria e resistenza di un altro giornalismo.
Con Franco è diverso: lui mi ha adottato nella sua redazione al mio esordio da giornalista. Mi ha fatto conoscere il mestiere e oggi da Pescara è il più attento lettore, quando non regala narrazioni emozionanti sotto mentite spoglie.
E poi gli ospiti: Angelo, Enrico, Venanzio, Lucia, Benedetta, Carmine, Elettra e Leonardo, i ragazzi della Onde Radio Accademy.
L’Annuario non è un evento, non è solo un evento. E’ il tentativo di raccontarsi, di spiegare a sé stessi, innanzitutto, chi si è e chi si vuole essere. Il perché.
Che in questo tempo di infodemia, non bastano più le notizie, non sono più sufficienti per dare forma all’intorno. Ad in-formare.
Ci vuole qualcosa di più, anzi di diverso: ci vuole un palco, che sia di legno o di parole, sul quale raccogliere frutti e promesse, sogni e certezze. Dove accogliere e riconoscere la comunità, per non sentirsi soli. Sapere che c’è sempre qualcuno che ti sta aspettando. Anche quando non ci sei più. Anche quando il tempo passa.
L’anno che è stato, l’anno che verrà.
Buon 2024…
Patrizio
Umile ,serio e con due palle enormi !
Bravo Patrizio .
Punto
Mi verrebbe da dire che Patrizio e gli altri, il progetto del Germe, siano sprecati per questo territorio. Ma in realtà così tradirei il loro spirito. Apprezziamo queste professionalità, godiamocele, sosteniamole. Diciamoci per una volta che ce le meritiamo. Buon anno a voi e a noi tutti
Buon anno al direttore e a tutti i bravissimi collaboratori.
Sulmona ha bisogno di voi.
Lunga vita al Germe!
Come cantava il grande De Andrè (sempre attuale)…”dai diamanti non nasce niente dal..Germe nascono i fiori”.
Avanti tutta e Buon anno a tutti i…Germini
complimenti al Germe, anche se non ho partecipato all’evento l’ho visto in streaming e devo dire che è davvero un bel giornale. è ormai un pezzo di Sulmona. direi grazie anche a tutti i sostenitori che con sacrificio da anni danno volentieri un contributo per la testata. Buon 2024
Bravi, bravi e grazie per quello che fate con sacrificio per la valle, bravi e complimenti.
Grazie per l’augurio… che la “saggia” vecchina ricambia.
Per chi torna è un onore scoprire Chi siamo attraverso un spettacolo-evento costruito con originalità e maestria e volto a dimostrare che qualcosa si muove, ogni giorno sopra e sotto la nostra terra. Sopra, quando le persone e le azioni sono più visibili agli occhi di chi qui ci abita e ci vive, sotto, quando scopriamo esempi di innovazione economica e sociale, resistenti e nascosti ai più, che nella loro creativa semplicità costituiscono il germe per un futuro solido e orgoglioso del nostro essere abruzzesi, perché alla fine è proprio vero …. Nu seme nu. Grazie a Patrizio e a tutto lo staff per il lavoro quotidiano che svolgono per il territorio.
Buon Anno a tutta la redazione
Complimenti e grazie per l’ottimo lavoro che svolgete.
Buon anno e buon lavoro a tutti <3