Ducentotrenta euro annui a dipendente e 432 euro sul singolo reddito: a tanto ammontano le quote di addizionale regionale (rispettivamente Irap e Irpef) applicate dall’Abruzzo ai contribuenti, un bel tesoretto che non ha più ragione di esistere essendo state scontate le cartolarizzazioni per le quali le addizionali erano state introdotte. Un totale di 110 milioni di euro l’anno che da quest’anno finiranno direttamente nelle casse della Regione, senza di fatto avere una voce d’uscita, così come lo sono state in parte nell’ultimo biennio. Un “guadagno” secco, insomma, che oggi ben diciassette sigle di categoria (tra associazioni e sindacati) hanno chiesto formalmente alla Regione di abolire.
L’addizionale Irpef quota tuttora l’1,73% ed è applicata indistintamente a tutte le persone fisiche che percepiscono un reddito; l’addizionale Irap, a carico invece delle imprese, quota lo 0.92% ed è applicata a diverse voci, tra cui la principale è il costo del lavoro: in sostanza, l’aliquota abruzzese complessiva è del 4,82%, comprensiva della quota nazionale e regionale.
“Le rate annuali delle cartolarizzazioni a carico della Regione Abruzzo sono state di circa 56 milioni nel 2020 e di circa 41 milioni nel 2021, generando un surplus di entrate nell’ultimo biennio, a favore della Regione stessa, per oltre 100 milioni – scrive il cartello contro i balzelli –. Non si comprendono dunque più le ragioni per cui questa tassa aggiuntiva, una volta raggiunto l’obiettivo, resti in piedi: da qui la richiesta di porre fine, a partire da quest’anno, ad ambedue le addizionali, per ridare almeno in parte a imprese e cittadini quella liquidità fondamentale ad alleviare parzialmente le difficoltà legate agli esiti non ancora risolti della pandemia. E all’impennata notevole dei prezzi di materie prime ed energia che deriva ora anche al conflitto in corso tra Russia e Ucraina”.
“Quando molti anni e diverse giunte fa questo problema fu sollevato, come forze produttive e sindacali ce ne facemmo carico responsabilmente, accettando l’applicazione delle addizionali – ha detto Carmine Ranieri, segretario regionale della Cgil -. Oggi però, a distanza di anni, chiediamo nei nostri confronti alla politica e alle istituzioni quella lealtà che noi manifestammo allora: visto che il debito sanitario è stato ripagato, ci si deve sedere attorno a un tavolo per vedere come cancellare definitivamente queste due addizionali”.
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