Uffici&Co, nasce il primo co-working della città

Ha aperto i battenti ufficialmente oggi, ma è operativo già da qualche settimana. Cinquecento metri quadrati dedicati al lavoro, anzi “al benessere sul lavoro” come spiega il suo ideatore Alfredo Marrollo, imprenditore cinquantenne che si è reinventato con un progetto che con la sua precedente attività (rivendita di vernici e stufe) ha poco a che fare.
“Il mondo cambia in fretta e soprattutto cambiano le esigenze di chi lavora – spiega Marrollo – il nostro obiettivo è quello di fornire a professionisti e non, uno spazio confortevole e chiavi in mano per lavorare, mettendo a disposizione locali, uffici, segreteria, riscaldamenti e connessioni, ma anche e soprattutto la possibilità di non alienarsi dietro le proprie scrivanie, frequentando uno spazio nel quale si possono condividere idee e progetti, esperienze o anche più semplicemente la pausa pranzo”.
I locali, tutti forniti di grandi vetrate e luce, si sviluppano su due piani in via del Lavoro e comprendono uffici singoli, condivisi, postazioni di co-working, sale riunioni. E’ possibile affittarli ad ore, al giorno, a settimana, al mese o anche per tutto l’anno: “Ovviamente lo spazio è destinato soprattutto ai professionisti – continua Marrollo – ma nei giorni scorsi, ad esempio, ci sono stati anche degli studenti”. Ma si può pensare anche ai turisti-lavoratori (chi porta la famiglia in vacanza e ha bisogno di lavorare) o agli eventi singoli, i corsi professionali.
Uffici&Co (questo il nome) è il primo spazio di questo tipo, almeno così versatile, aperto in città, anche se l’idea di realizzare uno spazio di co-working era già un progetto dell’amministrazione Ranalli.
Per l’idea, anzi, qualche anno fa era stato individuato sia lo spazio (nell’ex caserma Pace), sia gli strumenti, con un mecenate inglese che aveva offerto computer e attrezzature gratuitamente. Poi però non se ne fece più niente, dietro le lentezze e l’accidia della burocrazia.
Ora ci ha pensato un privato, non senza passare per una lunga trafila burocratica che lo ha costretto a rinviare l’impresa di quasi un anno.
Meglio tardi che mai.