Uccisero di botte un anziano, in tre alla sbarra

La sentenza era attesa per ieri in Corte d’Assise, un verdetto solo rinviato, al 16 ottobre, a seguito della morte, il 25 maggio scorso, dell’avvocato teramano Marco Sgattoni che difendeva uno dei tre imputati. Per loro, per il reato di omicidio aggravato e in concorso, comunque, il sostituto procuratore della Repubblica, Stefano Iafolla, chiederà probabilmente altrettanti ergastoli.

Perché l’omicidio fu crudele ed efferato: ucciso di botte, nonostante invalido, nella sua abitazione per una rapina che non aveva fruttato quanto i malviventi speravano.

La storia è quella che vede imputati tre rumeni: Adrian Albin Simon di 42 anni, Dimu Ursan di 34 anni e Aurel Iuovan di 39 anni che, la notte del 3 giugno del 2017, fecero irruzione nell’appartamento di Domenico Di Luia, 79enne residente a Castel di Sangro. Scoperti sul fatto i tre, probabilmente anche sotto l’effetto dell’alcol, non esitarono a picchiare brutalmente l’anziano con calci e pugni in viso e sul corpo, nonostante la capacità di reazione della vittima, privato dell’uso di una gamba, fosse praticamente inesistente. Lo lasciarono lì, dopo essere fuggiti con un po’ di oro rimediato in casa, a terra nella sua abitazione, esanime e in una pozza di sangue per ore, fin quando cioè, uno dei tre, pentito di quanto fatto, si recò dai carabinieri per raccontare quanto era accaduto.

L’intervento dei soccorritori, però, servi a poco: l’anziano morì pochi mesi dopo, il 26 ottobre del 2017, a causa, dirà l’autopsia, delle gravi lesioni riportate, soprattutto cerebrali. I tre che erano stati arrestati quella stessa notte dai carabinieri per lesioni aggravate e rapina, finirono di nuovo in carcere nel maggio dello scorso anno su ordine di custodia cautelare emessa dal Gip di Sulmona e questa volta con l’accusa di omicidio.

Trasferiti nei carceri di Pescara e Teramo, si trovano ancora dietro le sbarre in attesa della sentenza che, se dovesse essere confermata la tesi accusatoria, supportata oltre che dalla confessione di uno dei tre, anche dalle tracce ritrovate dalla scientifica sugli indumenti, li porterà a rimanere dietro le sbarre per tutta la vita.

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