Dopo soli due giorni alla giornata mondiale per l’aborto sicuro del 28 Settembre, le cui manifestazioni hanno invaso piazze in tutta Italia, il collettivo femminista Zona Fucsia di Pescara, esprime forte indignazione di fronte alle percentuali rese note tramite l’agenzia stampa circa le obiezioni di coscienza delle interruzioni volontarie di gravidanza chirurgiche e farmacologiche con la RU486.
Secondo le percentuali diramate da Ansa, la regione Abruzzo supera di gran lunga la media nazionale dei ginecologi e ginecologhe obiettori in Italia, raggiungendo anche il 90%, ovvero la quasi totalità, rendendo sempre più difficoltoso per le donne, se non addirittura impossibile, l’adempimento di un diritto tutelato dalla, seppur lacunosa, legge 194 nella nostra regione.
Secondo i dati raccolti da Ansa, nella ASL di Pescara gli obiettori sono oltre il 90%, mentre per le interruzioni di gravidanza c’è un’unità operativa specificamente dedicata alle Ivg a Penne. A Teramo gli obiettori arrivano all’80%, e le interruzioni si fanno all’ospedale di Teramo; a Chieti obiettori oltre il 90% e le interruzioni si fanno all’ospedale Lanciano. Per L’Aquila le interruzioni si effettuano a L’Aquila e Avezzano dove la media degli obiettori nella Asl è del 75%.”
“Con le ultime elezioni, il cui ago della bilancia si è spostato vertiginosamente a destra, rimane sempre più difficile tutelare i diritti che le lotte femministe e delle minoranze hanno faticosamente acquisito con decenni e decenni di lotta – afferma Benedetta La Penna, portavoce del Collettivo -. Dopo che Fratelli D’Italia ha proposto nelle ASL della Liguria l’inserimento di sportelli gestiti dalle associazioni che si professano pro-vita ma che sono, di fatto, anti-scelta, e dopo aver sottoscritto la loro carta contro l’aborto diventa sempre più allarmante ed evidente l’ostruzionismo all’adempimento del nostro diritto di abortire, insieme a tutto quello che ne comporta per la nostra autodeterminazione”.
“Il partito di Giorgia Meloni – prosegue La Penna -, e tutta la destra ha tentato diverse volte di ostacolare gli aborti nella nostra regione, attraverso la strumentalizzazione dello stigma che l’aborto ha ancora nella nostra società, proponendo ‘foreste di bambini mai nati’, esigui premi economici alle donne che decidono di non effettuare più l’IVG e ‘cimiteri dei feti’. E’ ora di dire basta a questo ostruzionismo, di questa politica il cui corpo delle donne ne è un campo di battaglia. Il collettivo si impegnerà, insieme a tutte le forze politiche a favore dell’autodeterminazione delle donne e delle minoranze, a contrastare fortemente questo attacco verso la nostra libertà di scelta”.
Molti medici sono obiettori però praticano aborti a pagamento. L’aborto non deve essere fatto con leggerezza ma in casi particolari e giusti ben venga. Vogliamo ritornare a prima della legge quando le donne si rivolgevano alle ostetriche (nel migliore dei casi) senza nessuna sicurezza mettendo a rischio la propria vita.