Destinazione piazza dei Tribunali: sono cinque i ricorsi in Cassazione che il Comune di Sulmona si appresta ad affrontare per definire altrettanti conteziosi che lo hanno visto soccombere in sede tributaria di secondo grado. Sul piatto ci sono circa 150mila euro di imposte e tributi che la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado gli ha negato, riconoscendo alle due società ricorrenti le ragioni dei rispettivi ricorsi.
Le prime due vertenze riguardano in particolare l’immobile Sant’Antonio in via Mazzini, quello per intendersi dove attualmente è ospitato l’Istituto tecnico per geometri e ragionieri e che ancora prima aveva ospitato le scuole primarie Masciangioli. La proprietà aveva contestato la richiesta di pagamento, ovvero l’accertamento, di Imu e Tasi per l’anno 2016: quasi 28mila euro in tutto (23mila e rotti di Imu e poco più di 4mila di Tasi) che, sostiene la proprietà, non sono dovute perché, a quella data, l’edificio era inagibile. Tant’è, ha portato a sostegno della sua tesi la proprietà, che il plesso fu oggetto di consolidamento sismico proprio per renderlo agibile e darlo in locazione alle scuole della città. Tesi contestata dal Comune che, al contrario, sostiene che l’immobile sia stato oggetto di ristrutturazione e non di adeguamento sismico, il che, per inciso, dovrebbe poi giustificare la classe di vulnerabilità che è necessaria per ospitare le scuole. Fatto è che in primo grado il Comune ottenne ragione, con la società condannata a pagare quanto dovuto. In secondo grado, però, fu la società a incassare la vittoria, venendo così esonerata dal pagare l’accertamento Imu e Tasi. Uno svarione, secondo il Comune, che spiega nella delibera di affidamento dell’incarico all’avvocato dell’ente, Marina Fracassi, come per altre annualità e per le stesse circostanze la società sia stata sempre soccombente.
L’altra vertenza, invece, potrebbe avere risvolti in un certo senso molto più seri, perché mette in dubbio la legittimità dell’imposta di occupazione di suolo pubblico applicata dalla Soget, per conto del Comune, sulle impalcature della ricostruzione post-sisma. E per questo essere estesa a tutti i cantieri di questo genere. Della vicenda ci eravamo già occupati a gennaio scorso, quando, appunto, la società che eseguì i lavori di demolizione e ricostruzione di una palazzina di via Morrone, vinse nel secondo grado di giudizio tributario il ricorso, vedendosi abbonati oltre 110mila euro per la Tosap e le sanzioni relative non pagate nelle tre annualità 2016-2018. In primo grado la Soget ebbe ragione, in secondo grado, però, probabilmente anche per un difetto di costituzione, ne uscì soccombente. Il Comune si è costituito in questo caso in via incidentale per sostenere le ragioni della sua società di riscossione.
Perché in fondo i soldi, in questi casi, sono soldi pubblici.
La scuola di ragioneria rispetta la classe sismica richiesta dalla provincia in fase di manifestazione d’interesse nonché da normativa vigente? Ps quelli che dicevano che il calo di studenti era legato alla posizione del plesso (pratola) ora dove sono? Il ritorno a sulmona (pagando ora il fitto a privati con soldi pubblici) ha portato al boom di iscrizioni?
Avete distrutto un istituto!
Fareste bene a tacere!
Comunque con tenacia e dignità la scuola ha ripreso il suo percorso di crescita e offerta didattica
Speriamo si risolva al più presto l’annosa vicenda della vecchia sede
Intanto paga pantalone
E A RAIANEL?NN S PAG?