Tribunali: impegni e speranze, ma gli organici restano bloccati

Un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, a seconda della prospettiva politica dal quale lo si guardi: sui tribunali cosiddetti minori, che minori non sono, ieri si sono riuniti ad Avezzano – con collegamenti anche in remoto – le istituzioni, i rappresentanti politici nazionali e locali e i rappresentanti degli ordini forensi.

E se per il presidente Marsilio, la strada intrapresa è quella giusta, perché “abbiamo finalmente un governo con un ministro, Carlo Nordio che ha più volte criticato la riforma sottolineandone il fallimento e ribadendo la sua contrarietà alla chiusura dei presidi giudiziari minori”, dall’altra il senatore Michele Fina sottolinea “i rischi di un eventuale inserimento del caso abruzzese nel percorso di rivisitazione totale della geografia giudiziaria di dimensione nazionale: sinora è stata in essere una specificità abruzzese che pur tra mille difficoltà ha permesso la sopravvivenza dei quattro tribunali – ha detto Fina -. Confonderla in una questione nazionale potrebbe ostacolarla o spingerla su un vicolo cieco”.

Di certo c’è, condivisa, la consapevolezza che ad oggi, nonostante le promesse, il disegno di legge della Regione Abruzzo che va avanti, il problema degli organici: a distanza di mesi dalle solenni promesse, infatti, nulla si è mosso per rimpinguare gli organici dei tribunali, in particolar modo quelli amministrativi. “Questa è la priorità, al netto dell’impegno congiunto per l’approvazione di misure legislative e proroghe – ha aggiunto il senatore Pd -. Il problema delle piante organiche va infatti risolto alla radice nella dimensione amministrativa, viste anche le ricadute per l’immediato, ovvero per porre rimedio da subito alla grave carenza di personale che si riscontra nelle sedi giudiziarie”.

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