Trecentosette giorni per avere l’autorizzazione ad installare una bacheca pubblicitaria. Tanto ha dovuto aspettare la multisala Igioland che dopo più di dieci mesi di attesa si è vista concedere l’autorizzazione dagli uffici comunali. La storia è stata ricostruita da Graziano Litigante che scrive a riguardo: “Un periodo biblico in cui, lo confesso, ho cercato invano di attivare assessori e consiglieri per capire in quale palude fosse finita questa benedetta pratica. Grazie a un intervento dall’alto, la stessa è riemersa dalle acque fangose del Comune solo a fine settembre del 2018. Dal terzo settore è passata al quarto per l’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico, quindi, per non farci mancare niente, di nuovo al terzo per la firma finale”.
La richiesta era stata fatta il 23 novembre 2017 e già dopo dodici giorni era arrivata la risposta favorevole dei vigili urbani. La stessa però, è poi rimasta inspiegabilmente negli uffici del terzo settore per più di nove mesi.
Una lungaggine del tutto ingiustificata, che di certo non aiuta chi si da da fare per la città o chi come in questo caso, è disposto a pagare per offrire un servizio. Si parla spesso di favorire le imprese creando un ambiente a loro consono, ma nella realtà questo proposito resta lettera morta. I tempi biblici, le lungaggini, le inefficienze della Pubblica Amministrazione, sono un vero e proprio costo per ogni attività produttiva e tendono a scoraggiare investimenti e quindi la creazione di lavoro.
Conclude amaramente Litigante: “Adesso lo sapete, se tra un anno volete mettere una plancia pubblicitaria su suolo pubblico, vi conviene fare richiesta fin da ora. Se non volete finire troppo tardi nella palude anche voi”. Sempre che qualcuno nel frattempo non si decida a bonificarla quella palude.
S.M.
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