Trattamento precoce degli ictus, al via il progetto POST-T2-Stroke guidato dall’Univaq

Diagnosticare e trattare precocemente gli ictus sarà possibile grazie al progetto POST-T2-Stroke, la cui fase operativa prende ufficialmente il via con l’Università degli Studi dell’Aquila a capo del progetto. Fondamentale è l’impiego di Unità Mobili di Risonanza Magnetica, che permetteranno un intervento tempestivo.

A capo del progetto, nelle vesti di responsabile scientifico, c’è Simona Sacco. L’iniziativa coinvolge partner a livello nazionale: ASL1 Abruzzo (Avezzano-Sulmona-L’Aquila), ASL2 Abruzzo (Lanciano-Vasto-Chieti), IRCCS Humanitas, Università Politecnica delle Marche, Università di Bolzano, Università di Cassino e il Policlinico di Messina. Inoltre, ha ottenuto l’approvazione del Comitato Etico Territoriale Regione Abruzzo (CEtRA).

Il progetto è finanziato dal Ministero della Salute, grazie alla vincita di un bando dal contributo economico di 1.920.000 euro. Fondi che hanno permesso di acquistare tre risonanze magnetiche mobili, destinate all’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, all’Ospedale SS Filippo e Nicola di Avezzano e all’Ospedale di Chieti.

L’obiettivo principale di POS-T2-Stroke è valutare l’impatto dell’impiego della risonanza magnetica mobile nella gestione dell’ictus in emergenza intraospedaliera ed esplorare la possibilità di trasportare l’RM su ambulanza per effettuare la diagnosi direttamente a domicilio del paziente.

“Essere riusciti a portare questa sperimentazione in Abruzzo rappresenta un grande traguardo. L’implementazione delle Risonanze magnetiche mobili potrebbe migliorare significativamente la gestione dell’ictus, e non solo, rendendo la diagnosi più tempestiva e precisa e, di conseguenza, più efficace l’intervento terapeutico” – dichiara Simona Sacco, Ordinario di Neurologia dell’Università degli Studi dell’Aquila e Direttrice della Neurologia e Stroke Unit dell’Ospedale di Avezzano.

“Questo progetto dimostra ancora una volta l’eccellenza della nostra Università nella ricerca sanitaria e il nostro impegno per migliorare concretamente la vita dei pazienti.” – commenta il Rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, professore Edoardo Alesse.

“L’adozione delle RM mobili rappresenta un importante passo avanti per la sanità regionale, migliorando l’efficienza del percorso diagnostico dell’ictus e riducendo il rischio clinico per il paziente, anche nell’ambito della terapia intensiva”, aggiunge il prof. Ferdinando Romano, Direttore Generale della ASL.
Le risonanze magnetiche mobili rappresentano un’innovazione tecnologica senza precedenti. Consentono di superare le limitazioni logistiche delle risonanze tradizionali, aprendo nuovi scenari per la diagnostica avanzata. Inoltre, l’utilizzo delle RM mobili offre un valore aggiunto, migliorando l’accessibilità alla diagnosi e la gestione dell’ictus in contesti in cui la risonanza tradizionale non è disponibile. La possibilità di portare l’RM direttamente al letto del paziente è un cambiamento epocale nella gestione di alcune patologie neurologiche, con potenziali benefici enormi. In futuro le applicazioni potrebbero estendersi oltre l’ictus.

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