
A rischio il servizio e le prestazioni per le trasfusioni di sangue nell’alta Val Pescara. L’allarme arriva dal Conaratos, a seguito dell’imminente pensionamento dell’unica unità medica addetta al servizio e per effetto della soppressione del regime di pronta disponibilità del personale tecnico. “I servizi – scrive il presidente del Comitato, Antonio Santilli – in particolare nella sede di Popoli, posso considerarsi completamente dismessi, con gravissime ricadute sull’assistenza in favore della popolazione che fa capo al vasto comprensorio “allargato” di Popoli (su cui convergono anche utenti dai limitrofi Comuni appartenenti alla Provincia de L’Aquila), e che oggi, a seguito della progressiva riduzione della funzionalità del servizio, sono costretti a rivolgersi altrove, con evidente penalizzazione delle comunità periferiche”.
Ad essere colpiti saranno anche i donatori di sangue e, per l’effetto, della riduzione dei volumi di materiale ematico che attualmente è reso disponibile non solo in favore degli utenti dell’alta Valle del Pescara ma degli stessi utenti che afferiscono all’Ospedale di Pescara.
Allo stato, peraltro, il modello organizzativo attuato nel Presidio di Popoli prevede che i campioni di sangue da tracciare e catalogare non vengono esaminati sul posto ma inviati con i normali mezzi di trasporto al Centro Trasfusionale di Pescara e, una volta campionati, restituiti a Popoli con le stesse modalità e con gli stessi mezzi di trasporto. Tanto comporta che la disponibilità delle sacche testate a Pescara sono di fatto utilizzabili mediamente non prima di tre ore, con ogni intuibile conseguenza sulla tempestività delle prestazioni trasfusionali da cui non di rado dipende la vita o la morte del paziente.
“Alla luce di quanto esposto – conclude Santilli – ed in considerazione delle responsabilità, non solo potenziali, ma effettive discendenti dall’assetto organizzativo attualmente in essere, si chiede di adottare tempestive misure atte a scongiurare i paventati pericoli di cui fin da ora saranno chiamati a rispondere coloro che ne sono stati causa”.
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