Sono arrivati da Roma i sindacalisti Sinlai per sostenere quella che ormai è diventata una battaglia all’interno della Magneti Marelli di Sulmona. Quella di Roberto Di Virgilio, sospeso dal lavoro per allontanamento dal suo posto per venti minuti (per raggiungere un suo collega), decisione ulteriormente messa in standby dal giudice del lavoro almeno fino a che si arrivi ad una decisione finale. A Di Virgilio, tuttavia, giorni fa è stato impedito di entrare in azienda proprio in quei due giorni sospensivi. Questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una situazione che, lamenta Sinlai, va avanti da tempo, un malessere generale che pare tutti accettino a testa bassa.
Cori e incitamenti questa mattina davanti ai cancelli in attesa che uscissero gli altri lavoratori per cercare di sensibilizzare anche loro alla causa e in attesa, soprattutto, che dalla direzione dell’azienda concedano un incontro. “Abbiamo scritto sistematicamente” sostiene il sindacalista Giustino D’Uva, ma una risposta non è mai arrivata.
Si dicono aperti al confronto, ma non sono disposti a “piegarsi al padrone”. “La Valle Peligna è una realtà che trae linfa vitale da questa azienda – ha dichiarato D’Uva -, che dà molto lavoro alle famiglie. In territorio come questi le aziende vogliono solo speculare, prendono finanziamenti dalla Stato, spolpano tutto e poi portano il lavoro all’estero. Quello che è successo a Roberto può accadere a tutti noi”.
Ci si rivolge principalmente ai lavoratori, un invito ad unirsi nella lotta comune, nove gli aderenti a Sinlai, il primo nucleo per il sindacato legato a Forza Nuova, qui in Valle Peligna. E questa mattina il caso di Di Virgilio non è stato l’unico punto. Al centro c’è stata l’azione politica generale, uno Stato che poi tanto “padre” non è nonostante “il lavoratore sia la colonna portante dell’Italia”.
Lo chiamano sindacalismo rivoluzionare il loro, e Sinlai non ha mancato di puntare il dito contro gli altri sindacati, “complici” dell’azienda. “Siamo qui a manifestare contro l’arroganza dell’azienda – ha urlato Di Virgilio – e contro il sindacato che si è venduto al padrone, Cgil, Cisl e Uil. E’ finito il vostro tempo, oggi c’è Sinlai”. Dalla politica del lavoro ai temi vicini a Forza Nuova, marcatamente di destra estrema, il passo è stato breve.
Promettono manifestazioni più dure in futuro l’incontro non venga concesso. Sulle bandiere e i cori campeggia una scritta: “D’Amelio datti una regolata”.
Simona Pace
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