
Il mezzo sigaro in bocca, più masticato che fumato, il sorriso sornione che a volte non tratteneva e gli scoppiava in una risata. Breve, ma fragorosa. La toga e la causa, quella più combattuta, delle difesa del tribunale e del diritto di accesso alla giustizia per il Centro Abruzzo.
Gabriele Tedeschi, già presidente dell’Ordine forense di Sulmona per ventuno anni, si è spento questa notte all’ospedale di Avezzano dove era stato trasferito per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute.
Sessantaquattro anni, Tedeschi, pratolano con studio a Sulmona, era stato alla guida dell’Ordine degli avvocati dal 1998 al 2019, anche se negli ultimi tre anni del suo mandato, aveva lasciato le redini a Piercarlo Cirilli, per l’insorgere di una malattia neurodegenerativa che stanotte lo ha portato alla morte.

Avvocato scrupoloso e stimato, si occupava principalmente di lavoro, ma molte delle sue energie sono state dedicate alla difesa dei presidi di giustizia. Sin dal suo esordio come presidente dell’Ordine nel 1998, quando la legge Carotti previde la soppressione delle preture, con la chiusura di Castel di Sangro. Poi, a partire soprattutto dal 2012 con la riforma Severino, contro la soppressione e l’accorpamento dei tribunali minori, una battaglia che ancora oggi è sul tavolo del parlamento e che, almeno in Abruzzo, può contare in una proroga fino al 2022.
“Testardo, ostinato, equo”, così lo ricordano i colleghi che gli sono stati più vicini in questi difficili anni di lotta e di malattia.
Una perdita per tutta la comunità peligna, che da oggi avrà un combattente in meno in prima linea.
era uno bravo. rip
Grazie Gabriele, compagno di diverse battaglie a sinistra, ricordo quando ci trovammo, insieme, a contrastare il passaggio dai DS al PD, a sostenere le ragioni della appartenenza politica a sinistra e contro la diluizione in una melassa liberal-democratica che già si intravvedeva, ma poi l’umanità, le sue domande quando ci incontravamo, sullo stato delle cose, sul che cosa si stesse facendo, tra ironia e ragionamento serio, insomma incontrarlo era sempre come fare il pieno della speranza, del pensare di stare, con lui, sempre dalla parte giusta. Da oggi mancherà a tutti noi, a tutti coloro che hanno sempre pensato ad una società diversa, ad una possibilità alternativa di pensiero politico, alle difesa delle ragioni dei deboli bistrattati dai forti. Grazie Gabriele, riposa in pace.
belle parole Domenico