Macchinari e prodotto sono stati acquistati il 29 luglio scorso dalla Asl, dopo una procedura aperta a cui ha risposto solo la ditta A.Menarini: tre processori (ovvero strumenti per analizzare i tamponi) e 5.500 kit, ciascuno con 20 test, per eseguire i cosiddetti test rapidi molecolari. Si tratta di tamponi naso-faringei, insomma, che permettono, senza l’uso di particolari arredi (come le protezioni a cappa), ma con semplicemente l’uso di una stanza a pressione negativa, di sapere in meno di venti minuti se una persona è positiva o meno al Covid 19.
La Asl ha acquistato tre macchinari e i relativi kit al prezzo di 250mila euro (per una fornitura semestrale), nelle prospettiva evidentemente di fornire i principali tre presidi della provincia (L’Aquila, Avezzano e Sulmona) di uno strumento efficace e rapido non per tracciare i contatti dei contagiati (attività che resta legata al servizio di prevenzione e all’Usca), ma per garantire agli ospedali di valutare nell’immediato la possibilità o meno di effettuare un ricovero.
La nuova normativa, infatti, prevede che prima di ogni ricovero in reparto, il paziente debba essere sottoposto a tampone e questo per evitare che un positivo ricoverato possa diffondere il virus in tutto l’ospedale. Nonostante questo, e nonostante l’acquisto fatto dalla Asl, però, a Sulmona kit e processore non sono mai arrivati.
“Non si bene perché – denuncia Catia Puglielli, del tribunale per i diritti del malato – mentre gli altri ospedali della provincia sono stati prontamente riforniti, qui non è stata avviata la procedura di acquisizione e, di fatto, ci troviamo a fronteggiare, tra l’altro con una carenza cronica e impressionante di personale ospedaliero, un’emergenza nell’emergenza”.
Basta un esempio, un caso e non l’unico, per comprendere il disagio arrecato all’utenza: due giorni fa una paziente di Castel di Sangro che doveva essere ricoverata per un problema sanitario estraneo al Covid, ha aspettato dodici ore (dicasi dodici) prima di poter entrare in reparto. Per eseguire il tampone, infatti, è stato necessario fare il giro di mezzo Abruzzo, prima di ottenere il responso della sua negatività.
Tutto questo accade in un territorio che da giorni è il più colpito della regione dai contagi, nell’indifferenza o quasi delle autorità preposte.
rappresentanti più seri e preparati dei nostri avrebbero da molto minacciato azioni clamorose…ma i nostri hanno da coltivare il proprio orticello e la città viene costantemente e letteralmente presa a schiaffi
..ma non c’è un appartenente della Lega in Regione?? Ah vero nn bisogna disturbare quell’altro essere inutile della Verì..ma solo scrivere fregnacce senza senso sulla questione assunzione moglie dell’assessore..e dire che erano pure venuti insieme là Verì e La Porta ..ma solo a sparare l’ennesima stupidaggine..