Terreno al maneggio, assolta ex giunta di Castel di Sangro

Una lunga vicenda giudiziaria che si è conclusa ieri con l’assoluzione di tutti gli imputati, sia dei politici che del tecnico. La storia è quella della concessione di 52mila metri quadrati di terreno da asservire all’attività di un maneggio che nel 2011 l’allora giunta comunale di Castel di Sangro deliberò, per poi ritirare la stessa delibera due anni dopo. Davanti ai giudici erano finiti così l’allora sindaco Umberto Murolo, il suo vice (attuale sindaco) Angelo Caruso, gli assessori Vincenzo Uzzeo e Giuliano Pallotta, oltre al tecnico comunale Antonio Peschi.
L’accusa era quella di abuso d’ufficio, per aver cioè concesso l’area senza passare per il consiglio comunale, come pure era stato fatto l’anno prima per altri 18mila metri quadrati allo stesso concessionario, causando così anche un mancato introito di oltre 6mila euro nelle casse comunali. Il tecnico, invece, era accusato di aver rilasciato un permesso a costruire su quei terreni per realizzare un fabbricato in area sottoposta a vincolo paesaggistico e in violazione delle norme tecniche di attuazione in relazione alle altezze del fabbricato.
La giunta comunale, difesa dagli avvocati Pietro Savastano e Aldo Di Ianni, si è difesa sottolineando come in realtà la delibera fosse solo un atto di indirizzo e non una concessione, che sarebbe dovuta essere poi regolata da atti amministrativi conseguenti. Nessun abuso, insomma, neanche per il tecnico, difeso da Diana Peschi, anche perché il fabbricato realizzato era di proprietà del Comune con una concessione quindicinale da parte di chi lo doveva utilizzare.
Il fatto non sussiste, ha deciso il collegio del tribunale di Sulmona, che ha mandato tutti assolti. Il maneggio della Piana di Santa Liberata, nel frattempo, proprio a causa della lunga vicenda giudiziaria ha fermato la sua attività.

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