Il primo giorno del campeggio No Snam organizzato dal Coordinamento No Hub del Gas, ha messo in connessione territori fra loro simili: il Centro Abruzzo, l’Aquilano e il cratere sismico del terremoto del Centro Italia. Distanti ma contigui, uniti dalle problematiche tipiche delle Aree Interne: fragilità, pericolosità sismica, spopolamento, ma anche dalla grande opera Rete Adriatica, contro la quale i territori si organizzano e tentano un’ardua resistenza.
Il gasdotto non è l’unica opera imposta contro la quale si combatte, c’è anche il disastro della ricostruzione aquilana, con le sue “news town” oggi irrimediabili cattedrali nel deserto dove il governo Berlusconi aveva pensato che si sarebbe potuto tornare a vivere normalmente. Poi c’è il cratere del Centro Italia con oltre il 60% del patrimonio edilizio danneggiato e le soluzioni abitative provvisorie che a due anni dal sisma stentano ancora ad essere finite e consegnate. Per non parlare delle macerie, soprattutto nelle frazioni, tutte ancora lì al loro posto.
Il post sisma, finita la fase iniziale dell’emergenza, resta un momento estremamente delicato nel quale si inseriscono visioni sensazionalistiche e storpiate di ricostruzione, calate dall’alto, che trovano spesso il consenso della politica nella piena logica dello sperpero di denaro pubblico senza una programmazione oculata. Parliamo in questo caso della volontà nel cratere del Centro Italia di trasformare i boschi in una monocoltura di nocciole per la filiera della Ferrero o dei centri commerciali costruiti in zone di pregio come a Castelluccio di Norcia e ad Amatrice.
A questi problemi si lega la presenza dell’imminente gasdotto che Snam vuole costruire nelle aree più fragili dell’Italia. Gli si contrappone la volontà dei comitati di cittadini che vivono quei territori che subiti sisma e scempi post sisma non vogliono ingoiare altri rospi. Si è discusso di come continuare la lotta dopo le 10 mila persone che il 21 aprile hanno sfilato a Sulmona e come mettere insieme decine di comitati che sono nati in questi anni lungo la dorsale dove passerà il gasdotto. Un’impresa non di certo facile, ma come dicono gli attivisti: “Assolutamente alla portata per gente testarda e montanara come noi”.
Oggi si continua con gli altri dibattiti al campeggio Orsa Minore di Campo di Giove: “Non solo energia: grandi opere inutili. Incontro fra i movimenti che in Italia si occupano di difesa dei territori” dove si incontreranno attivisti delle varie lotte territoriali del Paese e “ Italia No Hub del Gas. Confronto fra le varie vertenze del gas in atti un Italia” dove si confronteranno gli attivisti delle lotte territoriali legate al gas.
S.M.
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