
E’ stata uccisa nel sonno Teodora Casasanta e probabilmente anche il piccolo Ludovico, trovato con i jeans ancora indosso, nella stanza vicina a quella da letto dei suoi genitori. Massacrata con una serie di oggetti contundenti, colpita senza pietà e ripensamenti. Trovata con il cranio sfondato, probabilmente dopo una lunga agonia.
Emergono particolari agghiaccianti sul femminicidio e omicidio di Carmagnana, quello compiuto da Alexandro Riccio, trentanovenne agente di commercio del torinese che Teodora aveva conosciuto dopo il suo trasferimento da Roccacasale in Piemonte e che quella ragazza, psicologa con la voglia di costruirsi un futuro, aveva sposato nel 2014, tra fiori d’arancio e solenni promesse.

I carabinieri hanno sequestrato una cinquantina di oggetti nell’abitazione di via Barbaroux, almeno due terzi dei quali, presumono, siano stati utilizzati per colpire la donna: quadri, cornici, soprammobili, una borraccia e un vaso di vetro che l’uomo avrebbe utilizzato per colpire il figlio, tagliandoli la gola.
“Cose mai viste” continuano a ripetere colleghi e inquirenti: una violenza disumana, che denota anche una possibile e probabile premeditazione del gesto.

Secondo la ricostruzione fatta finora, infatti, la strage sarebbe il frutto di un’azione pianificata: i due avevano avuto una lite dopo la mezzanotte che poi si sarebbe comunque chiusa verso l’una. Alexandro Riccio in quelle due ore circa avrebbe messo a punto la sua vendetta per l’annunciata volontà di Teodora di lasciarlo: il biglietto prima, poi il massacro della donna mentre dormiva sul letto matrimoniale e che invano avrebbe cercato di difendersi. E ancora la furia violenta sul figlio e infine il vano tentativo di suicidarsi.
Domani le autopsie sui corpi delle due vittime e probabilmente l’interrogatorio dell’uomo per la convalida dell’arresto e si dovrà vedere se la procura gli contesterà il solo omicidio volontario o anche l’aggravante della premeditazione.

“Ogni femminicidio è un gesto premeditato – taglia corto Gianna Tollis, presidente dell’associazione onlus La Diosa in una videointervista rilasciata al Germe – se non dal punto di vista giuridico, dal punto di vista sostanziale, perché è l’acme di un malessere che spesso dura anni. Il nostro compito è quello di comprendere i segnali, che spesso portano le donne vittime di violenza a chiudersi in loro stesse, a cambiare abitudini. Tutti noi e le istituzioni in particolare devono essere pronti a cogliere quei messaggi silenziosi di aiuto e come centro antiviolenza formiamo i nostri operatori a questo. Il femminicidio è un problema che va affrontato con consapevolezza e che solo lo scorso anno ha causato circa 120 vittime e in questo primo scorcio del 2021 conta già sei morti e quattro casi. Tra cui la nostra Teodora”.
non ci sono parole per descrivere un gesto così efferato e disumano, non riesco a provare nessuna pietà per il carnefice. Di fronte a questi orrendi crimini credo che la rieducazione del condannato sia inutile e che forse sia meglio la pena capitale. ad ogni modo enorme dispiacere e sgomento.
Pena capitale?!? Meglio l’ora d’aria in carcere, altro che isolamento… Non durerà molto..
Attaccato a un palo di ferro con un palo nel culo. Pezzo di merda vigliacco….