Erano finiti sotto inchiesta con l’accusa, a vario titolo, di truffa ai danni dello stato, falso, peculato, furto, omissioni d’atti di ufficio, omissione di soccorso e interruzione di pubblico servizio.
Sono 8 dei 19 poliziotti della stradale di Pratola Peligna per i quali il sostituto procuratore della Repubblica Stefano Iafolla ha presentato richiesta di archiviazione. Fatti considerati di tenue entità per i quali “non ci sono ragionevoli previsioni di condanna”, questa la motivazione della richiesta avanzata dal magistrato per Luigi Capaldi, Alessandro Cruciani, Giovanni De Sanctis, Sandro Fasciani, Marco Novelli, Domenico Simonetti, Christian Presutti e Michele Stinziani. Ora sarà il GIP a decidere se stralciare la loro posizione perché marginale rispetto a quella degli altri 11 poliziotti che, finiti ieri davanti al GUP, rischiano il processo.
Per la maggior parte dei poliziotti l’accusa era quella di aver abbandonato il posto di lavoro per intrattenersi in alcuni esercizi commerciali, mentre alcuni avrebbero dormito all’interno della vettura di servizio durante il turno di notte appartandosi in zone interdette al traffico mettendo in pericolo la sicurezza e il controllo della viabilità. Per alcuni agenti l’accusa contestata è quella di peculato aver utilizzato l’auto si servizio per fini privati mentre per non aver prestato soccorso a un veicolo in panne e non aver proceduto alla vigilanza e ai rilievi di un sinistro stradale a qualche agente è stata contestata l’omissione di atti ufficio.
Vergogna
Ma perché vergogna? Rispetto ad reati socialmente rilevanti come i furti e le aggressioni delle baby gang in metropolitana, i furti di appartamenti, le truffe agli anziani, l’accattonaggio nei centri storici, lo spaccio di stupefacenti, ecc., tutti comportamenti che rimangono impuniti e vengono sistematicamente reiterati dagli stessi soggetti, il comportamento degli agenti non ha alcuna rilevanza giuridica.
Credo che l’avviso di garanzia e la messa alla gogna sia di per sé una lezione indimenticabile.
I reati da te mensionati sono perpetrati da delinquenti e non da “uomini di legge”
Quindi (secondo il mio modestissimo parere, è dalla mia esperienza trentennale presso Pubbliche amministrazioni) se dovesse il Giudice accogliere tale richiesta, la palla passerà all’amministrazione di appartenenza, per l’apertura del provvedimento disciplinare e per la richiesta di risarcimento danni dovuti all’immagine.
Come giurisprudenza vuole, il fatto non sussiste e la lieve entità del fatto sono due cose completamente diverse. Buona giornata a Voi tutti.
Povera Italia come siamo caduti in basso una vera lezione andava data a sti signori una punizione esemplare va data anche x il ruolo che ricoprono o si pensa che alla fine devono pagare solo gli italiani onesti
Ha perfettamente ragione il Magistrato. Siamo dinnanzi a comportamenti che in un paese normale e in un’azienda privata verrebbero gestiti da procedimenti disciplinarei cui, con ogni probabilità, seguirebbe un licenziamento per giusta causa. Purtroppo i procedimenti disciplinari e i licenziamenti nella pubblica amministrazione sono qualcosa d’inconcepibile e dunque ogni fattispecie “anomala” assume una rilevanza penale con aggravio di costi e ulteriori perdite di tempo.
per favore non abbassiamo l’attenzione su questi casi (pessimi casi ovvio)
queste persone sono PAGATE da noi cittadini con le nostre tasse.
Noi cittadini vogliamo giustizia, anche e sopratutto per difendere chi svolge quel lavoro con diligenza
Da chi rappresenta la legge e viene pagato per questo ci si aspetta un comportamento ESEMPLARE
Non confondiamo i cittadini vicili dalla forze dell’ordine .
Se saltano queste certezze salta il banco