Torna libero, ma non a lavoro, Massimo De Santis, l’agente di polizia penitenziaria che nell’aprile scorso venne arrestato dai suoi stessi colleghi per aver introdotto quattro telefoni, di cui tre verosimilmente destinati ai detenuti, nel carcere di via Lamaccio dove lavorava.
Oggi nel corso dell’udienza preliminare nella quale ha chiesto il patteggiamento, la giudice Alessandra De Marco ha revocato infatti l’obbligo di firma a cui era stato sottoposto nell’agosto scorso dopo un periodo di detenzione a Rebibbia revocata dal tribunale del Riesame.
L’udienza preliminare è stata rinviata per la decisone al prossimo 11 gennaio, quando De Santis dovrà fare i conti con le accuse che gli vengono mosse e scaturite a seguito di una lunga indagine avviata ad ottobre dello scorso anno dalla procura della Repubblica di Sulmona.
Indagini culminate ad aprile quando il 53enne di origine molisana, ma residente a Sulmona da una quindicina di anni, venne trovato con i telefoni dopo aver superato il blocco d’ingresso del carcere sulmonese. L’agente si era giustificato dicendo che li aveva acquistati a Napoli perché essere un’occasione e che in realtà erano destinati ad amici e colleghi.
Per la procura, però, quei telefoni erano destinati ai detenuti del carcere dove, d’altronde, nei mesi precedenti erano stati trovati diversi esemplari nella disponibilità dei detenuti.
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