Otto mesi di reclusione: è il prezzo della detenzione di un telefono dietro le sbarre da dover pagare alla giustizia. Giovanni Pinto, già recluso presso il carcere di Sulmona, è stato condannato quest’oggi con rito abbreviato. Oltre agli otto mesi aggiuntivi di detenzione, Pinto dovrà pagare anche le spese processuali. L’uomo, 47 anni, era stato scoperto lo scorso anno. Durante i controlli all’interno della struttura, nella cella di Pinto era stato rinvenuto il device utile per le comunicazioni con l’esterno.
La condanna per lui, collegato da remoto, è arrivata questo pomeriggio. Pinto si trova nel carcere di massima sicurezza sulmonese in quanto colpevole dei reati di associazione mafiosa e detenzione illegale di armi. Reati che nel 2022 gli sono costato 6 anni e 8 mesi di reclusione.
Nel solo 2024 sono stati scovati 70 dispositivi elettronici in possesso dei detenuti del carcere di Sulmona. Un dato drammatico. E mentre dietro le sbarre continuano ad essere inoltrati messaggi a chi gestisce gli affari dall’esterno, il vicecapogruppo della Lega alla Camera, Alberto Bagnai, annuncia la consegna di un nuovo padiglione. Duecento posti in più che amplieranno la struttura sulmonese. “Ringrazio il Ministro Salvini e il sottosegretario Ostellari – si legge nella nota – per aver risposto con fatti concreti alle tante polemiche strumentali sulle oggettive difficoltà della condizione carceraria nel nostro Paese” ha concluso”. Un comunicato stampa che sa molto di propaganda, dato che i vertici della struttura penitenziaria peligna dicono di essere all’oscuro di tutto ciò.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Vice Segretario Generale SPP Mauro Nardella, che chiede rinforzi prima di qualsiasi ampliamento con annessa nuova iniezione di detenuti.
“Si fa presto a dire 200 detenuti in più al carcere di Sulmona senza fare i conti con una paurosa carenza di personale- incalza – . Il senatore Bagnai vuole 200 ingressi in più a Sulmona? Ci dia i 60 agenti che mancano all’appello, la cui penuria sta rendendo già un inferno finanche con gli attuali 440 detenuti presenti e noi “apriremo” le porte, anzi i cancelli” ai nuovi potenziali arrivi”.
“Diano invece corso ai lavori di riattamento dei vecchi padiglioni secondo i voleri del regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario – conclude Nardella -. Il tutto anche in considerazione della loro vetustà e per nulla rispondenza ai criteri previsti dalle normative vigenti. Una volta fatto quanto chiesto se ne potrà riparlare dell’arrivo dei 200 detenuti annunciati. I conti non si fanno senza l’oste!”.
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