Tares: cartelle pazze, il gruppo “Raiano che Vogliamo” al Comune “Così non funziona”

Cartelle pazze a Raiano, quelle che reciterebbero il mancato o parziale, della Tares 2013. Destinatari “quasi totalità della popolazione”, a dirlo il gruppo Raiano che vogliamo che incalza “Come a dire, siamo tutti evasori”.

L’avviso viene notificato con raccomandata “pertanto – spiegano – considerando gli alti costi di notifica che il Comune deve sopportare(oltre 5 euro cadauna), ci auguriamo che ci sia stata la giusta attenzione nel verificare la bontà delle richieste”.

Insomma per il gruppo consiliare “Delle due l’una: o i cittadini di Raiano sono per la quasi totalità evasori o le notifiche sono prive di alcun fondamento. Sarà per un eccesso di buonismo nei confronti dei nostri concittadini ma ci sembra più plausibile pensare ad una mancata e tempestiva verifica amministrativa e politica anziché ad un ammutinamento tributario collettivo”. Il rischio è che i contribuenti, possano pagare due volte, nel caso in cui non riuscissero insomma a dimostrare l’avvenuto pagamento.

Anche in questa vicenda si denota una assoluta responsabilità dell’Amministrazione Comunale che è costretta ad emanare frettolosi provvedimenti accertativi generalizzati al fine di non far scattare la prescrizione ed avere poi responsabilità con la Corte dei Conti. E ci auguriamo che in questo caso, come in altri fatti di recentissima attualità, non si cerchi di scaricare la responsabilità come al solito sui dipendenti comunali” e tuonano “Così non funziona, ci sono responsabilità politiche che attengono alla pianificazione della vita pubblica di un’amministrazione che certo non spettano ai dipendenti.

Dopo le tariffe elevate, nonostante la corretta differenziata svolta dai cittadini, arriva dunque la beffa, la domanda dei consiglieri sorgerebbe spontanea “era così difficile pianificare l’attività di verifica e controllo del ruolo della spazzatura per evitare di arrivare alla minaccia della prescrizione? Ci sono Comuni che di questi periodi mandano gli accertamenti del 2015 o del 2016 al fine anche di consentire al contribuente, effettivamente moroso, di pianificare con maggiore calma il rientro e l’allineamento di quanto dovuto”.

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