Taglio di ulivi alla centrale Snam, gli ambientalisti vanno in procura

“Chiediamo ai carabinieri di accertare per quale ragione gli alberi di ulivo nell’area di Case Pente sono stati abbattuti anziché essere espiantati e ricollocati, così come prevede la normativa regionale e il decreto di Valutazione di Impatto Ambientale”. Hanno presentato un esposto ai carabinieri forestali di Sulmona i rappresentanti del Coordinamento Per il clima fuori dal fossile intenzionati a far luce sui 317 alberi di ulivo, a loro dire (poco più di 60 secondo Snam), tagliati da Snam nell’area interessata dalla costruzione della centrale e delle quattro linee di collegamento ai metanodotti esistenti.

“Una strage” la definiscono dal Coordinamento, compiuta i danni di una pianta “protetta sia dalla normativa nazionale che da quella regionale” continuano gli ambientalisti ricordando quanto statuito dall’art. 6 della legge regionale n. 20/2008 che protegge l’ulivo in quanto “elemento caratterizzante il paesaggio e l’ambiente della Regione Abruzzo che intende tutelarne la presenza sul territorio di propria competenza anche mediante la conservazione e la rigenerazione”. Una tutela confermata dall’art. 5 della stessa legge che espressamente prevede l’espianto delle piante di ulivo e, per i proprietari, la possibilità di “trapiantare le piante di ulivo adulte in altro terreno della stessa proprietà o della proprietà di parenti e affini fino al terzo grado” come pure la possibilità di “cedere piante di ulivo adulte a proprietari terrieri nell’ambito del territorio regionale e ad aziende vivaistiche autorizzate”.

Ma, oltre alla normativa di settore, aggiungono dal Coordinamento Per il clima fuori dal fossile, resta quanto previsto dalla prescrizione n. A17, una delle 22 prescrizioni da rispettare prima dell’inizio dei lavori come stabilito dal decreto VIA relativo alla centrale e al metanodotto Linea Adriatica. “La progettazione esecutiva delle opere dovrà tenere conto, laddove compatibile con la realizzazione degli interventi previsti, della vegetazione esistente evitando il più possibile il taglio della vegetazione arborea ed arbustiva”, così la prescrizione n. A17 richiamata dagli ambientalisti per ribadire quanto indicato nell’esposto ovvero “che venga accertata ogni possibile violazione delle leggi in vigore e perseguiti i responsabili”. Perché, spiega il Coordinamento, “a smentire le affermazioni della Snam che aveva negato che a Case Pente erano stati abbattuti alberi di ulivo, ci sono le foto e l’autorizzazione richiesta dalla stessa Snam al dipartimento agricoltura della Regione” e, a sollevare dubbi sulle dichiarazioni della multinazionale relative all’espianto di 60 ulivi destinati al successivo reimpianto, la circostanza che la stessa Snam “non ha fornito alcuna prova di quanto affermato”.

Una vicenda che, concludono gli ambientalisti, dimostra una volta di più la superficialità e l’irresponsabilità con cui si gestisce il nostro patrimonio arboreo” e sulla quale, solo i carabinieri forestali potranno finalmente far luce.

1 Commento su "Taglio di ulivi alla centrale Snam, gli ambientalisti vanno in procura"

  1. Da cittadino vi ringrazio per aver chiesto di far luce su questa storia del taglio delle piante. Una vergogna assoluta come tutta la faccenda snam controcorrente rispetto alla sensibilità ecologica…

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