Tagli e dirottamenti del Governo: tolti 2 miliardi all’Abruzzo. D’Alfonso: “Silenzio assordante di Marsilio”

Tre tradimenti e un silenzio assordante: Luciano D’Alfonso punta il dito contro Marco Marsilio e la passività dell’intera giunta regionale nel non opporsi alle spoliazioni che il Governo di Giorgia Meloni ha operato ai danni dell’Abruzzo. Raddoppiamento ferroviario Roma-Pescara tramontato (un miliardo e 465 milioni di euro), taglio di 350 milioni alla linea adriatica e revisione del Pnrr costata alla regione 555 milioni di euro. Calcolatrice alla mano i tagli fatti dal Governo hanno impoverito l’Abruzzo di circa 2 miliardi e 500 milioni di euro in poco meno di 12 mesi. E menomale che la giunta guidata da Marco Marsilio veste lo stesso colore politico di Giorgia Meloni.

Il primo punto al quale si riferisce l’ex presidente della Regione Abruzzo, riguarda il taglio di un miliardo e 465 milioni di euro, destinato al collegamento veloce Roma-Pescara, e dirottato dal Governo sulla Orte-Falconara. “Non una sola voce del centrodestra si è levata dall’Abruzzo per contestare questo colpo durissimo all’infrastruttura da realizzare – ha spiegato D’Alfonso -, per la quale adesso sono necessari almeno 6 miliardi 305 milioni. La mancetta di 700 milioni che la Meloni è venuta a sbandierare il 7 febbraio scorso a L’Aquila fa ridere per l’entità irrisoria della somma rispetto al reale fabbisogno, ma fa anche piangere di rabbia perché la premier ha fatto finta di regalarci ciò che era già nostro: i Fondi di sviluppo e coesione. Quindi il governo con una mano ci toglie, e con l’altra ci dà ciò che già ci spettava”.

C’è, poi, l’altro dirottamento di fondi che ha impoverito l’Abruzzo di 350 milioni di euro con l’ultima Legge di Bilancio. Soldi finiti sulla Milano-Genoa; risorse strategiche per l’Abruzzo che erano arrivate grazie all’inserimento del territorio nella rete transeuropea di trasporto TEN-T, un traguardo fortemente voluto e ottenuto dalla giunta regionale di cui sono stato presidente (2014-2019).

Per ultimo c’è la revisione dei fondi Pnrr, che l’Esecutivo guidato da Fratelli d’Italia (stessa sponda politica del presidente Marco Marsilio) ha presentato all’Unione Europea. Un bagno di sangue che ammonta a 629 milioni con 1.861 progetti a rischio per l’intera regione abruzzese. Diversi enti intendevano cofinanziare le opere con risorse proprie o di altra provenienza. Le misure definanziate riguardano quattro settori: la messa in sicurezza del territorio, il miglioramento dell’illuminazione pubblica e l’efficientamento energetico degli edifici (1.723 progetti per un valore totale di circa 392 milioni); la riqualificazione del contesto sociale e ambientale delle città (69 progetti per 165 milioni); il miglioramento dei servizi nelle aree interne (55 progetti per 39,4 milioni); la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (13 progetti per 8,5 milioni).

“E’ furfantesco – asserisce D’Alfonso- dire che alcuni di questi progetti verranno finanziati con i Fondi di sviluppo e coesione (FSC): avevamo due salvadanai (PNRR e FSC) e ce ne hanno tolto uno (PNRR) che non ci verrà restituito”.

“Queste tre spoliazioni – conclude l’Onorevole – sono segnali cristallini del fatto che questa giunta regionale vale come il due di coppe nel panorama politico nazionale, ma soprattutto che ha tradito quell’Abruzzo che avrebbe dovuto difendere, anteponendo gli interessi di partito a quelli del proprio territorio: e questo, al di là di ogni competizione elettorale, è imperdonabile. La Regione ha dovuto patire questi tre tradimenti poiché il suo presidente in scadenza è troppo impegnato a rubare eletti ai suoi alleati in un permanente congresso di partito nel quale la pietanza è l’Abruzzo e la sede è la ristorazione romana”.

1 Commento su "Tagli e dirottamenti del Governo: tolti 2 miliardi all’Abruzzo. D’Alfonso: “Silenzio assordante di Marsilio”"

  1. Anche qui dei “vecchi” tagli ci se ne ricorda dopo i “freschi” siluramenti e difatti è noto che i siluri fanno male e che procurino intenso dolore.

    Qui in vallata il “siluramento” è una malattia cronica che affligge tutta la popolazione, tant’è che è stata classificata come una malattia endemica, uno dei pochi casi in Italia, l’unico per certo in Regione
    La cura è tuttora sconosciuta e studi epidemiologici non se ne fanno per mancanza CRONICA di fondi da spendere sul nostro territorio… dicono che sono soldi spesi inutilmente… si tratta solo di attendere e si risolverà da se!!!
    Questa malattia colpisce particolarmente i giovani che per le ragioni di cui sopra trovano obbligata soluzione solo nell’allontanamento dalla vallata, fra i pianti dei genitori e parenti e conoscenti più anziani che sempre per le ragioni di cui sopra muoiono come mosche per assenza di una sanità non dico efficiente, ma nemmeno presente.

    Ogni 5 anni ci indicano per certa una cura definitiva e che mai si vede, e sul territorio si mormora che si stiano preparando alla “soluzione definitiva” e si sta diffondendo il panico.

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