Stanziati 70 milioni di euro per il cratere dell’Aquila e 330 milioni per quello del centro Italia 2016-2017. Emanata ieri dal governo un’integrazione al decreto legge sulle restrizioni del Supebonus 110 che, con la previsione di due stanziamenti per la ricostruzione nelle aree terremotate, esclude qualsiasi accollo di costi per i cittadini.
“Le restrizioni del Superbonus non colpiranno le zone dell’Abruzzo colpite dalla tragedia”, così il senatore aquilano di Fratelli d’Italia e capogruppo in commissione Bilancio Guido Quintino Liris commenta la decisione del Governo di integrare un provvedimento che, cancellando lo sconto in fattura e la cessione del credito per tutte le tipologie di bonus edilizi, sorpresa e sconcerto aveva suscitato tra i rappresentanti della politica non solo abruzzese.
Reazioni che hanno spinto il governo a rivedere il provvedimento recante misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali con un’integrazione decisa in corso d’opera. Un risultato importante “non solo per quello che rappresenta in termini di PIL – commenta il senatore Liris – ma soprattutto per la ricostruzione sociale, per i piccoli borghi, per il patto con i cittadini e per i giovani che non vanno via dalla propria terra”. Ringrazia la premier Giorgia Meloni, il sottosegretario Albano e il commissario Castelli il senatore di Fratelli d’Italia per “aver ascoltato le istanze di un territorio che è sulla via della rinascita”.
A ringraziare il governo anche il deputato e responsabile economico della Lega Alberto Bagnai per il “delicato lavoro” condotto in particolare dal ministro Giancarlo Giorgetti che “mediando tra i vincoli posti dalla Ragioneria e le esigenze del commissario alla ricostruzione Castelli è riuscito a trovare una soluzione”. Quella di un tetto posto ai finanziamenti che da un lato tutela i cittadini delle aree terremotate “per i quali i crediti fiscali erano una fonte essenziale di finanziamento” e dall’altro garantisce “l’esigenza dell’Erario di fronteggiare esborsi certi”. Grazie al Governo di centrodestra, conclude Bagnai, che “ascoltando con intelligenza la voce dei cittadini” è riuscito ad intervenire su “una eredità difficile”.
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