C’è chi ci ha fatto il callo, chi resta un nostalgico della piazza e chi invece quel mercato in trasferta lo ha sempre preferito. Questione di gusti, posti, disponibilità ma quest’anno, la fiera, nuovamente al confino nel luglio di giostra, in via Papa Giovanni, sembra essere più rilassata e meno polemica degli altri anni. Insomma gli animi di commercianti e cittadini sembrano più serafici, almeno all’apparenza, le vendite però, rispetto al mercato di piazza, sarebbero comunque inferiori. Tra le bancarelle disposte dal ponte Capograssi in poi, suddivise per classi di merce, seppur più disinvolti, alcuni sulmonesi storcono ancora il naso parlando di “mercato rionale, di quartiere” in attesa dell’11 agosto di rientro a casa, nel mercato storico.
Intanto la piazza si fa palco e terreno di gara, tutto intorno è un compatto silenzio, troppo, suggerisce qualcuno, le saracinesche delle attività si sollevano ma gli sguardi parlano chiaro, così pure le poche persone che attraversano l’area e l’acquedotto. Presenti invece sono le transenne su Santa Chiara, prima tolte e poi rimesse, dopo i lavori sulla gradinata. Per la pazienza delle attività, che dopo 10 anni di presidi e nastri bianco rossi, non sanno più a che santo votarsi.
Lungo corso Ovidio il mantra è: saldi. Non proprio un avvio dirompente ma che cerca di difendersi almeno per “andare a pari e recuperare il non venduto della stagione”. I paragoni non mancano, specie quelli con gli anni d’oro, con un respiro più ampio e dagli incassi più sostanziosi. E così negozi si alternano, pieni e vuoti, chi compra e chi aspetta l’ultima occasione.
Qualcuno ricorda poi la partenza dei saldi del 7 luglio passata quasi inosservata, “i cittadini impegnati in ben altre attrazioni”, il riferimento è allo Street food, alcuni esercenti invece tornano al punto di non ritorno: il perdurare, da anni, dello stato critico, senza misure fattive ed efficaci. La risposta non è di certo omogenea e tra vetrine al richiamo di prodotti scontati, tra clienti in arrivo, tra chi viene e chi va, c’è chi resta alla porta a guardare. Un’affluenza non piena e salutare, almeno non per tutti,”i clienti puntano all’affare, quindi ci teniamo preparati per gli ultimi gorni”
Intanto, lungo i sampietrini ovidiani, si riaffaccerebbe, seppur al momento solo nelle speranze, la possibilità di una Notte Bianca. Il nuovo regolamento di sagre e feste, che, nella pratica comporterebbe uno snellimento delle rigide regole e restrizioni nell’organizzazione, potrebbe far ben sperare. Saltata per due anni fila, tra terremoti, incendi e la circolare Gabrielli dura da sormontare, i sulmonesi incrociano le dita per l’evento più atteso tra musica, colori, trenini e carillon, ricordando però che in fondo altri eventi, dalla portata numerica molto simile, si sono svolti regolarmente, con non troppe difficoltà insomma. A Pratola invece ci si prepara al countdown, per l’appuntamento del 18 agosto pronto a farci “tornare indietro di 30 anni”, ben inteso a chi li ha superati gli enta, a chi invece di primavere ne ha qualcuna in meno l’invito è a scoprirlo in terra peligna, tra look, ritmi e sonorità anni 90, animazioni e tanto altro ancora della Notte Bianca 2018
A.S.
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