
Né della Cultura, né del Libro: Sulmona perde il treno per la Capitale, beccata senza “titolo” sulla corsa e fatta scendere al primo casello. La candidatura della città di Ovidio a Capitale italiana del Libro 2026, che sembrava avere ottime chance di vittoria, si è bruscamente interrotta.
Questa volta non c’entra nulla la qualità del progetto, né la commissione: l’esclusione della candidatura è dovuta infatti all’assenza di un’amministrazione in carica.
Il regolamento, infatti, stabilisce che le città commissariate, per qualsiasi motivo, non possono partecipare alla selezione e di conseguenza il progetto di Sulmo Civitas Librorum che il Comune aveva presentato, anche grazie al lavoro dell’associazione Pon Alumni di cui è presidente l’ex assessore alla Cultura Carlo Alicandri Ciufelli, è stato ritirato.
“Continueremo a lavorare su nostro progetto Sulmo Civitas Librorum come abbiamo fatto a prescindere dall’essere in amministrazione o meno – commenta Ciufelli -, migliorandolo ulteriormente e proseguendo nelle pratiche utili al rafforzamento della lettura nella nostra Città per presentarlo l’anno prossimo fiduciosi nell’accoglimento da parte del Ministero a prescindere dal colore politico della prossima amministrazione”.
I progetti che si sarebbero potuti realizzare con il titolo di Capitale, insomma, dovranno essere congelati e, soprattutto, gli interventi pratici sul patrimonio dovranno aspettare o trovare altre fonti di finanziamento. Il budget a disposizione della Capitale del Libro è infatti di 500mila euro, soldi che il Comune aveva previsto di utilizzare per riaprire la biblioteca comunale (a cui manca tutto il sistema antincendio), per il recupero del patrimonio libraio e l’adozione di biblioteche orfane, e per interventi su Casa Capograssi.
Il progetto di Sulmo Civitas Librorum prevedeva eventi e iniziative durante tutto l’anno, ma con una ricaduta a lungo termine, perché si sarebbe trattato di un investimento sul “welfare culturale” che dal turismo, passava per la biblio-terapia, per la lettura come strumento di socializzazione e che era stato avviato con l’iniziativa “Leggere da subito”, quando lo scorso novembre, nell’ambito di “Sulmona città che legge”, vennero consegnati ad otto neonati i quaderni di istruzione per la lettura, ovvero un percorso consigliato ai genitori perché i propri figli crescano come lettori.
“Purtroppo, come sempre c’è chi lavora per Sulmona e chi per meschini interessi. Così va il mondo…” chiosa l’ex assessore che il progetto lo aveva fortemente sponsorizzato.
Sulmona sarebbe potuta essere la sesta Capitale del Libro in Italia dopo la legge varata dall’ex ministro Dario Franceschini: nell’albo d’oro c’è infatti Vibo Valentia (2020 e 2021), Ivrea (2022), Genova (2023), Taurianova (2024) e Subiaco (2025).
Chi è colpa del suo male pianga se stesso.
Sulmona eterna commissariata, ha cambiato 5 commissari prefettizi in 20 anni, espressione di una classe politica rancorosa, autoreferenziale e irrispettosa del mandato istituzionale, del proprio elettorato e di tutta la comunità sulmonese.
Queste sono le conseguenze, l’ennesima occasione fallita.
Sarebbe il caso di indignarsi.
Sempre colpa degli AQUILASTRI. Tutta colpa loro SULMONA NON HA CAPITO CHE DEVE LIBERARSI DALLA ZAVORRA.FACCIAMO REFERENDUM.È COLPA DEGLI AQUILASTRI SE LA CITTÀ È SEMPRE COMMISSARIARA,PERCHE SANNO BENE CHE COSI POSSONO AVERE IL CONTROLLO DIRETTO DELLA CITTÀ DI OVIDIO.SVEGLIAMOCI !!!!!
Mi faccia capire con un ragionamento sensato e intelligente perché sarebbe colpa degli aquilani. Mi pare che l’amministrazione la votino i sulmonesi.
Al di la’ di tutto Sulmona non ha alcuna possibilita’ di crescita rimanendo nella provincia aquilana.E’ ora di riflettere seriamente su questo argomento.Parlano i fatti.
Nei lontani anni ‘anta, c’era un cospicuo progetto per realizzare una serie di lavori… compreso il sistema antincendio della Biblioteca Comunale. Magari oggi non sarebbe stato a norma ma sarebbe bastato riadeguare.
Appaltatore dell’opera fu mio padre, la buonanima di Gino Di Prospero.
Al Classico lo lasciarono operare, purtroppo alla Comunale un’altra buonanima (persona che poi a me è molti sarebbe stata cara, il bibliotecario M.M.) si asserragliò nei locali, impedendo l’esecuzione dei lavori di impianto elettrico etc.
Difendeva i suoi adorati libri sfrattandi.
Morale della storia, una delle possibili?
Non di solo pane, non di sola cultura… ma di entrambi.
Il fatto odierno forse ci dice anche ciò.
Un’amministrazione ci vuole ma che poi amministri, progetti e lavori sul serio e sempre.
Auguri a tutti i candidati
“e” non “è”
Errata corrige, refuso da correttore…
..5 commissari prefettizi in 20 anni; dice bene Giacomo Faggioni che stigmatizza l’essenza vera del problema. Hai voglia a continuare a dare la colpa agli aquilani che in questo specifico caso, mi dispiace egregio SULMONA REGIONE,non ci azzeccano un piffero. Vero è invece che questo perenne vuoto istituzionale cittadino pone le altre localita’consorelle nelle condizioni migliori per potersene avvantaggiare.
L’estrema litigiosità è, evidentemente, un tratto distintivo che caratterizza caratterialmente buona parte degli appartenenti alla nostra comunità. Bisogna farsene una ragione e prendere atto che liberarsi di tale atavico fardello non sarà facile se non attraverso una profonda presa di coscienza da parte di ognuno di noi, ma la vedo dura.
Buon ennesimo voto a tutti!
Con la prematura scomparsa di Salvatore Donadei,Sulmona ha perso una grande opportunità.
Per chi non lo sapesse,Buschétte era un gran tagliatore dì pioppi.
Quanta gente avrebbe buttato giù…dai pioppi!
Si parla di un bando che non è nemmeno ancora uscito, non si conoscono quindi le città partecipanti e i progetti sfidanti per cui non capisco come si possa affermare che ci fossero buone possibilità se non nelle loro speranze che si basano sul nulla