Oggi per le primarie che decideranno il prossimo segretario nazionale sono tutti insieme, selfie di rito e volontariato ai gazebo delle urne. Ma il Pd di Sulmona sta vivendo un travaglio non da poco, dopo la decisione di Bruno Di Masci e degli altri due consiglieri comunali di sostenere l’amministrazione Casini, decisione che ha causato le dimissioni di quasi tutta la segreteria in blocco. Venerdì prossimo ci sarà un direttivo regionale, anzi, per capire cosa fare del “circolo ribelle”, contro cui i vertici del partito hanno lanciato pesantissimi strali.
Nel frattempo, però, Di Masci e suoi vanno avanti e venerdì scorso in una “riunione affollata” hanno confermato la linea: “Appoggio tecnico a tempo – lo chiamano – e non politico che prevede punti programmatici urgenti al fine di evitare un lungo commissariamento di oltre 14 mesi che avrebbe lasciato la città in una situazione di stallo preoccupante e di instabilità soprattutto di carattere amministrativo”.
La verità è che la scelta di Di Masci e i suoi è una sorta di sacrificio estremo per il centrosinistra (e forse gli andrebbe anche riconosciuto), perché andando alle urne a maggio si sarebbe rischiata l’estinzione, con la Lega che avanza e Gerosolimo che continua a dare le carte.
Quel che fa sorridere, però, in questa domenica di Carnevale, è l’ostentazione ad argomentarla, ovvero a giustificarla, questa scelta. Questo arrampicarsi sugli specchi con confusione, quando sarebbe stato forse più onorevole il silenzio.
Perché insomma si parla di amministrazione a tempo e di verifiche (si presume e si dice che si arriverà al più tardi in autunno), ma allo stesso tempo si fa un elenco di dieci punti programmatici da centrare che sono di fatto un programma di mandato decennale, neanche di una sola sindacatura.
“Riorganizzazione della macchina amministrativa, salvaguardia dei presidi e servizi (contrasto al progetto Snam, salvaguardia del tribunale, ripristino ospedale di primo livello, sicurezza delle scuole), lavori pubblici, decoro della città e sisma, commercio e industria, urbanistica, trasporti, sicurezza, servizi sociali e politiche della casa, sport, cultura, turismo e politiche giovanili”. Questo l’elenco, così come sottoscritto, senza una specifica, un dettaglio, una selezione. Il classico calderone, insomma, che dimostra, contrariamente a quanto sostenuto, che l’accordo della nuova maggioranza non ha nulla ma proprio nulla di tecnico, non è definita su nessun programma chiaro, non ha obiettivi concreti da raggiungere. E quindi neanche una verifica a tempo da fare.
Pensare che al punto a cui si è arrivati, anche la riparazione di un semaforo sarebbe già qualcosa per i sulmonesi.
Di Masci è una iattura per la città. Una vita ad ordire, a sfasciare, a falsare le carte.
Quando la vita politica si libererà di un personaggio negativo, dannoso come questo?
Tutte le persone di buona volontà dovrebbero unirsi per cacciare dal partito un inquinatore come lui. In occasione dei congressi riesce a portare in sezione truppe cammellate radunate nelle campagne e nelle periferie: tutto per il potere personale, a danno delle persone oneste e animati da spirito di servizio
Ancora Di Masci? Sempre Di Masci! Ma questa città non sa esprimere un uomo presentabile?
Dove sono i giovani? Tutti all’estero?
Chiunque è migliore di un personaggio equivoco, torbido come lui!