Pronti per l’appuntamento con le prime Olimpiadi Nazionali di Debate gli studenti del Polo Liceale Ovidio scaldano voce, capacità di pensiero critico e arte oratoria.
La competizione si svolgerà a Roma dal 15 al 18 novembre, i ragazzi si sfideranno in una gara di dibattito che verterà su diverse tematiche di grande attualità. Il “debate” sta proprio per dibattito e dunque dibattere, discutere, rientra in quella che viene denominata Avanguardie Eduative una metodologia sempre più usata all’interno delle scuole, nata in Inghilterra come disciplina vera e propria di studio che si è diffusa a livello mondiale tanto che oggi si organizzano competizioni internazionali alle quali partecipano migliaia di scuole.
Da qui l’arte del dibattere, a cui i nostri ragazzi sapranno ispirarsi sfoderando potenzialità e attitudine, un’arte che insegna a ricercare e a selezionare le fonti, sviluppa il pensiero critico e le competenze comunicative, promuove l’autostima, abitua a sostenere le proprie argomentazioni e ad essere cittadini consapevoli e informati.
Dopo un primo periodo di formazione, la squadra dei liceali sulmonesi si è allenata con determinazione sotto la guida di un gruppo di docenti con la supervisione della professoressa Maria Orsola Boschiero, referente di progetto.
L’Istituto Ovidio, scuola polo regionale del debate, a seguito dei risultati positivi conseguiti dagli studenti, soprattutto in termini di consapevolezza e autostima, intende continuare il percorso intrapreso, fortemente voluto e sostenuto dal dirigente scolastico Caterina Fantauzzi che fa sapere come i livelli del dibattito in questi anni siano cresciuti grazie alle numerose iniziative promosse che hanno visto docenti e studenti sempre più impegnati su diversi temi, sempre molto interessanti.
Applicare il debate nella didattica vuol dire sviluppare nuove competenze per l’insegnamento che coinvolgono principalmente la gestione e il controllo della classe, un metodo utile per aiutare gli studenti a crescere autonomi nell’organizzazione dei propri saperi e delle proprie competenze, “rende gli studenti protagonisti e li rende consapevoli dei propri punti di forza e di debolezza, li aiuta ad individuare le proprie aree di miglioramento per una crescita continua”. Una metodologia che sarà utile oltre i banchi di scuola, proiettata ad un positivo inserimento nel mondo del lavoro.
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