Più che saldi di fine stagione, sono saldi di cattiva gestione: l’amministrazione comunale di Sulmona, infatti, ha deciso di abbattere i costi per le società sportive che utilizzano impianti non all’altezza. Che insomma per un motivo o per un altro non rispondono a quei comfort minimi (ma meglio sarebbe dire di decenza) richiesti ad una struttura sportiva.
Così se il Comune da una parte “dimentica” di incassare i soldi dovuti da alcune società, in parte già fallite, in parte ancora debitrici nonostante le ingiunzioni di pagamento (fatti che hanno portato la procura di Sulmona ad aprire un’inchiesta nei giorni scorsi), dall’altra ha disposto che chi è costretto ad allenarsi in strutture insalubri e non efficienti, potrà e dovrà pagare di meno. Molto di meno.
Gli sconti, in particolare, sono scattati, con valore retroattivo, sulla palestra dell’Incoronata Nicola Serafini, sul Palasport di via XXV aprile e sullo stadio Pallozzi.
Tariffe dimezzate per le prime due e quasi annullate per lo stadio. I motivi sono elencati nella delibera pubblicata ieri e nella quale la giunta comunale fa ammenda dell’abbandono del suo patrimonio e delle difficoltà e disagi che sta creando ed ha creato a chi ne usufruisce.
Così ad esempio per la palestra Serafini, di cui Il Germe aveva qualche giorno fa evidenziato tutte le carenze (dai bagni rotti, all’acqua calda e ai riscaldamenti non funzionanti, fino alle infiltrazioni dalle pareti e dal soffitto), dove i costi di affitto vanno dai 75,40 euro per partite e gare ufficiali, ai 10,05 euro l’ora per gli allenamenti, si pagherà la metà.
Stessa scontistica anche per il Palasport le cui tariffe fino al 16 febbraio scorso, quando lo stesso Comune ha imposto pesanti restrizioni al suo utilizzo per l’assenza delle certificazioni incendio e sicurezza (divieto di accendere il riscaldamento, presenza dei vigili del fuoco per l’assenza di manichette antincendio, divieto di assemblare più di cento persone), erano fissate in 15,10 euro l’ora per gli allenamenti e 58,30 euro per le partite delle prime squadre per un massimo di due ore e mezza.
Una tariffa che nel caso dello stadio Pallozzi, dove non c’è acqua calda e che “è ormai una risaia” per usare le parole dell’assessore Angelone, è stata praticamente annullata, passando dai 115,80 euro di costo giornaliero ai 10 euro attuali.
Le tariffe normali saranno ristabilite, spiega il Comune, “quando le strutture torneranno alle normali condizioni d’uso” e cioè quando saranno di nuovo strutture sportive degne di questo nome.
Per accelerare questo processo la giunta ha impartito direttive ben precise al quarto settore, chiedendo “un’urgente pianificazione degli interventi manutentori necessari e delle azioni indispensabili per ripristinare la piena funzionalità e l’agibilità sotto il profilo della sicurezza e dell’efficienza dell’impiantistica” e di predisporre “un conseguente cronoprogramma, corredato di computi metrici e stime di spesa, individuando contestualmente le risorse per finanziare i lavori”.
La decisione della giunta è sostanzialmente giusta nei confronti delle società sportive che si sono trovate e si trovano a pagare per impianti assolutamente inefficienti, ma viene da chiedersi se qualcuno, tra quelli che per dovere d’ufficio sono tenuti alla manutenzione del patrimonio pubblico, pagherà per questo ulteriore incasso mancato nelle casse pubbliche. Chissà che la Corte dei Conti non voglia interessarsi a questa ennesima “sottrazione” di risorse al pubblico.
Commenta per primo! "Strutture sportive: saldi di cattiva gestione"