Pratola, inverno 1944, stagione quella caratterizzata da copiose nevicate, la piccola Elena Di Bacco era con le zie. I tedeschi avevano occupato la cittadina dopo l’armistizio, erano i primi giorni di febbraio quando i iniziarono a distribuire derrate alimentari, un soldato tedesco per calmare gli animi della folla fece partire qualche colpo di arma da fuoco che accidentalmente colpì la piccola Elena uccidendola. Sembra che quel giovane soldato si recò spesso sotto casa della famiglia della piccola per invocare il perdono.
Storie come questa, e tante altre, sono quelle riportate nell'”Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia”, una ricerca imponente che racchiude 5mila episodi di violenza contro i civili, tantissime anche quelle in Abruzzo, 902 vittime in 358 episodi. A lavorare sui fatti accaduti in Centro Abruzzo, dall’alta Val di Sangro fino alla Valle Peligna, sono stati gli studiosi Roberto Carrozza, Lando Sciuba e Mario Salzano. Stragi che è già possibile rintracciare sul sito ufficiale www.straginazifasciste.it e che saranno presentate sabato 7 aprile, alle 16.00, presso l’Archivio di Stato di Sulmona.
Il progetto nasce nel 2009 quando l’allora governo italiano e quello tedesco istituirono una commissione Storica congiunta “con il mandato di elaborare un’analisi critica della storia e dell’esperienza comune durante la seconda guerra mondiale, così da contribuire alla creazione di una nuova cultura della memoria”. Ciò ha portato all’istituzione di un “Fondo italo-tedesco per il futuro” nel quale rientra anche l’Atlante, ricerca promossa in collaborazione dall’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (INSMLI) e dall’Associazione nazionale partigiani d’Italia (ANPI). Una banca dati, con documenti integrativi, che racchiude episodi perpetrati a danno di civili e partigiani commessi dopo l’8 settembre del 1943 fino al 1945.
“L’elaborazione su base cronologica e geografica dell’insieme dei dati censiti ha consentito la definizione di una ‘cronografia della guerra nazista in Italia’, che mette in correlazione modalità, autori, tempi e luoghi della violenza contro gli inermi sul territorio nazionale”. Per ogni episodio “è stata ricostruita la dinamica degli eventi, inserita nello specifico contesto territoriale e nelle diverse fasi di guerra, e accertata l’identità delle vittime e degli esecutori (quando possibile). A partire da alcune acquisizioni storiografiche consolidate – la presenza di un sistema degli ordini che legittima la violenza sui civili; i massacri come prodotto di un’ideologia espansionistica di stampo razziale, quella nazista, che mira a destrutturare i confini geografici e la dimensione sociale dell’Europa – la ricerca ha posto in evidenza l’intreccio fra le violenze perpetrate contro la popolazione inerme e gli obiettivi che l’esercito tedesco si poneva nei diversi tempi e spazi della guerra in Italia”.
Una ricerca tutt’ora in corso, non ancora definita nella sua totalità, sono numerosi gli episodi da approfondire anche qui in Valle Peligna. Intanto la presentazione di sabato sarà anticipata dall’apertura del Campo 78 di Fonte d’Amore venerdì 6 aprile a partire dalle 10.00.
Simona Pace
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