Strage di Rigopiano, condanna definitiva per ex Prefetto di Pescara. Parte del processo da rifare

Una condanna e una parte del processo da rifare. La Corte Suprema di Cassazione si è espressa questo pomeriggio per la strage di Rigopiano. Confermata la condanna a 1 anno e 8 mesi per l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo. L’ex Prefetto è stato condannato per falso e rifiuto di atti d’ufficio. A detta dell’accusa, sarebbe responsabile anche di omicidio colposo, lesioni colpose e depistaggio.

Sarà appello bis, invece, a Perugia per il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, e sei dirigenti della Regione Abruzzo. I sette erano stati assolti nei due precedenti gradi di giudizio. Per i cinque dirigenti della Provincia e il tecnico del Comune di Farindola, però, potrebbe arrivare la prescrizione.

“Oggi qualcosa ci è stato dato – commentano i parenti delle vittime, presenti alla pronuncia della sentenza -, rispetto a quello che ci era stato tolto in primo e secondo grado. Siamo soddisfatti per la sentenza, ora vedremo a Perugia cosa succederà”.

Nella strage, avvenuta il 18 gennaio 2017, morirono 29 persone. I corpi furono ritrovati tra la neve della valanga che investì l’hotel di Farindola. In 11, invece, riuscirono a salvarsi.

“La sentenza della Corte Suprema di Cassazione – commenta il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio – accoglie in parte le richieste del comitato delle vittime di Rigopiano, anche se ogni sentenza provoca dolore nei familiari delle vittime e dei superstiti di quella tragedia. Ribadisco il dovere, come rappresentante delle Istituzioni, di rispettare la sentenza e di prendere atto della decisione del giudice, ma attendo fiducioso il verdetto di Perugia sulle responsabilità dei dirigenti regionali. Nessuna decisione, comunque, potrà mai cancellare il dolore dei parenti di chi oggi non c’è più”.

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