Storie di una pendolare qualsiasi

Alzarsi al mattino molto presto per iniziare la propria giornata di lavoro o di studio lontani chilometri da casa, chilometri da macinare su di un mezzo pubblico ogni giorno. Uno stile di vita oggettivamente pesante, ancor più se le condizioni in cui questi chilometri vengono percorsi non sono proprio l’ideale, e ancora peggio se a lungo andare tutto ciò che non va sui mezzi diventa una pesante fonte di disagio fino ad arrivare al limite di sopportazione, è accaduto di nuovo ieri ad una sulmonese che ai suoi contatti facebook ha chiesto di condividere il suo “sfogo” e diffondere, quindi, la sua accorata denuncia.

“Ore 6.40, temperatura 4 gradi sul treno per Avezzano (oltre al solito “odore” di gasolio e ad un livello sonoro intorno agli 80db, misurati col fonometro), anche i riscaldamenti spenti. Sotto la galleria di Cocullo- continua l’utente nel suo racconto-, lo spiffero che entra dal finestrino apparentemente ben chiuso (più di così non si può, è un pò rotto) è gelido, da notare in fondo anche i confortevoli sedili tappezzati con lo scotch e penserete: avrai uno sconto sul biglietto viste le condizioni, e invece no”. Altro che sconto, la signora paga per il suo abbonamento mensile ben 82.70 euro.

Non è la prima storia e non sarà l’ultima del lungo elenco che riguarda il trasporto pubblico, non solo su ferro. Basti pensare ai due autobus Tua che l’estate scorsa hanno preso fuoco e solo per miracolo senza creare vittime e tragedie; ai lavori sempre estivi lungo le tratte ferroviarie che costringono i pendolari ad altre e fantasiose forme di organizzazione.

Storie di una pendolare qualsiasi lungo le tratte che da Sulmona si dipanano verso Pescara, L’Aquila ed Avezzano.

S.P.

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